ANSA
La rivoluzione dei 5 stelle ha da tempo un luogo e una data. Roma, Palazzo dei Congressi 23 e 24 novembre. Si chiuderà lì la lunga assemblea pentastellata. Si chiuderà con un nuovo Statuto votato in rete. Con un Giuseppe Conte sempre più "padrone" del Movimento. E con un Beppe Grillo sempre più fuori dal progetto. È finita l'era dell'Elevato. Grillo perde poteri e ruolo. Verrà eliminato il «riferimento statutario all’insindacabilità del suo giudizio», e «attribuito alla carica di garante un ruolo esclusivamente onorifico». Da Rottamatore a Rottamato. Tutto perchè la rivoluzione ha un obiettivo preciso: chiudere una fase e aprirne una nuova, costruire un altro Movimento, cambiarlo in profondità. A cominciare dal nome «non più rappresentativo delle caratteristiche attuali del Movimento». E poi intervenire sulla governance. Sulle regole. Sul limite dei due mandati. Anche sul simbolo. E qui le proposte sono numerose: si va dalla modifica integrale all’eliminazione della dicitura “ilblogdellestelle.it”, passando per modifiche che riflettano battaglie politiche attuali, e adattarlo a campagne di comunicazione differenti.
Ecco la rivoluzione. Ecco come la stanno costruendo. Ecco i passaggi chiave. Tutto comincia ad agosto con i 22 mila contributi e i 145 quaderni degli attori. Poi la parola passa ai 360 tra iscritti, non iscritti e giovanissimi estratti a sorte in rappresentanza della comunità 5 stelle. Questi realizzano un confronto deliberativo con oltre 22 ore di discussione. E ora? Il prossimo appuntamento è la pubblicazione dei quesiti che saranno posti al voto dell'assemblea degli iscritti tramite consultazione in rete. Ma non è finita qui: dalla prossima settimana ci saranno ulteriori spazi di dibattito pubblico in cui tutti potranno ulteriormente intervenire: una vera e propria maratona che accompagnerà il Movimento al Palazzo dei Congressi.
Siamo insomma alla stretta finale. Da Grillo a Conte. Sul tavolo c’è l’opzione sull’eliminazione della figura del garante, con tre diversi varianti. Uno: non riassegnare le sue funzioni a nessun altro soggetto. Due: riassegnare le funzioni di GFrillo al Comitato di Garanzia. Tre: riassegnare le funzioni di Grillo a un organo collegiale democraticamente eletto e con un mandato a tempo determinato. Una cosa è ormai chiara: il comico genovese rappresenta solo il passato del M5s. Una riflessione è in atto sul ruolo di presidente del M5s, oggi Giuseppe Conte. Anche qui sul tavolo ci sono diverse opzioni. Uno: introdurre come requisito per la candidatura la comprovata assenza di iscrizioni ad altri partiti politici nei 10 anni precedenti. Due: introdurre un numero minimo di candidature fra cui scegliere fino a rendere incompatibile la carica interna di presidente e altri incarichi istituzionali. Nel dettaglio si tratta della presidenza del consiglio, della presidenza di Camera e Senato oppure di un ministero.
Questione centrale è il limite dei due mandati. Le proposte venute fuori dal confronto deliberativo del processo costituente del Movimento 5 stelle puntano a diverse soluzioni. Uno: eliminare il limite dei due mandati, anche per le cariche interne del Movimento. Due: modificare la regola sul limite dei due mandati. E qui le opzioni si accavallano. C'è l'abbassamento a uno del numero massimo di mandati. C'è l'idea di non fissare nessun limite per le cariche di sindaco e presidente di Regione. C'è anche quella di aumentare a tre il numero massimo di mandati complessivi nei livelli regionale, nazionale o europeo. E c'è anche quella di introdurre una pausa di 5 o 10 anni al termine del secondo mandato per rendere possibile una nuova candidatura. Una discussione larga per un Movimento nuovo. Anche nella linea politica. Anche qui ci sono diverse opzioni. C'è chi sostiene di evitare alleanze formali e di non assumere una collocazione definita. Ma si fa largo una tendenza a posizionare il M5S nel campo progressista. Sarebbe l'ultima svolta dell'era Conte e l'ultimo "schiaffo" al Fondatore genovese.