Un sospiro prima di mettere sul tavolo la puntata delle puntate. «Non è un gran momento per le scommesse in Italia, però mi butto... Bossi non ci lascerà, mi gioco tutto quello che volete... la casa? Va bene, mi gioco la casa...». Maurizio Lupi, uno dei quarantenni del Pdl, il vizietto del gioco non ce l’ha, ma sul rapporto con la Lega fa un’eccezione. «In questi dieci anni sono stati un alleato fedele. E su due punti sono d’accordo con loro: non si deve galleggiare e occorre capire in fretta cosa dicono i cittadini. Fare finta di niente è un errore».
Eppure il Carroccio ha già mandato alcuni segnali in Aula e in Cdm...Nulla di politico. Chi pensa che ogni settimana ci sarà un problema di distanze tra noi e loro si sbaglia di grosso.
Nessun timore sulla verifica in Aula della prossima settimana? Il voto di fiducia ci sarà?Alla Camera - di cui Lupi è vicepresidente, ndr - la fiducia si voterà già questa settimana sul dl sviluppo, rifarla dopo pochi giorni sarebbe pleonastico. Tra l’altro quella sul dl è una verifica importante, perché risponde anche alle giuste preoccupazioni del Colle circa la vitalità delle istituzioni. Dimostreremo che non c’è paralisi. Al Senato la situazione è diversa, non ci sono grossi prove prima del 21, forse lì un voto di fiducia ci sarà. Vedremo cosa faranno le opposizioni, se ci saranno loro testi ovviamente porteremo anche il nostro.
Diceva che per rinsaldare il patto con il Carroccio occorre non vivacchiare. È sufficiente la riforma del fisco?Il fisco è essenziale per il rilancio dell’azione di governo, e io auspico davvero che si riesca a comprendere il fattore famiglia. Poi c’è il tema della semplificazione, della sburocratizzazione... A Milano abbiamo perso partite Iva e piccoli imprenditori, è a loro che dobbiamo parlare. E poi c’è da mettere mano sul serio ai costi della politica.
Cioè?Una grande e decisa riduzione dei parlamentari. Il resto sono chiacchiere. Le proposte già ci sono. Facciamolo, subito.
È un addio alla riforma della giustizia?Sulla giustizia la mia idea è netta: abbiamo parlato troppo e fatto poco. I nostri elettori vogliono una giustizia diversa. Poi c’è stato il tentativo di logorare Berlusconi attraverso i processi, che ha catturato la scena. Per noi è un tema importante, ma insieme a tutti quelli del nostro programma.
Insomma la bocciatura del legittimo impedimento reclama prudenza...Sul referendum faccio un’osservazione: prima del quorum tutti hanno detto che non era una spallata al governo, poi dopo tutti a mettere il cappello. E penso che Bersani sia presuntuoso nel pensare che 27 milioni di cittadini siano tutti elettori suoi… E poi nessun partito ha fatto una campagna esplicita per non andare a votare. Dunque eviterei trionfalismi, sinceramente.
È partito con una scommessa: quanto gioca su Berlusconi in sella fino al 2013?Ce la faremo, e non vedo altra soluzione, né per noi né per la Lega. Comunque, o questo o si va al voto. E poi da tempo ho una domanda per giornali e opposizioni: tutti elogiano la Germania, e nessuno mette in discussione la leadership della Merkel. Eppure la cancelliera ha perso le amministrative molto male... Due pesi e due misure?
Restate fermi sul «no» al governo tecnico?Assolutamente, e sono certo anche dell’indisponibilità della Lega.
Non teme nemmeno lo sfibramento del Pdl prima della fine della legislatura? Micciché già guarda a sinistra...Non sto a pensare ad eventuali fuggi fuggi. Mi fa paura l’immobilismo, il non far nulla, quello sì che sarebbe un problema...
E allora, guardando al 2013, la spaventa almeno l’ipotesi di correre senza l’Udc?A Casini dico solo una cosa: attenzione, le amministrative confermano che il bipolarismo tiene, e l’Udc rischia la marginalità. Una scelta dovrà farla, e la loro collocazione naturale è nel centrodestra.