martedì 12 luglio 2011
"Fininvest pagherà e speriamo poi che riavrà i soldi indietro quando la Cassazione farà giustizia". Lo ha affermato l'avvocato del premier e parlamentare del Pdl, Niccolò Ghedini, in merito alla sentenza sul risarcimento per la vicenda del Lodo Mondadori.
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"Fininvest pagherà e speriamo poi che riavrà i soldi indietro quando la Cassazione farà giustizia". Lo ha affermato l'avvocato del premier e parlamentare del Pdl, Niccolò Ghedini, in merito alla sentenza sul risarcimento per la vicenda del Lodo Mondadori, spiegando che "certamente i giudici non sospenderanno" l'esecutività del provvedimento che ha condannato la Fininvest a pagare 560 milioni di euro alla Cir. Ghedini, rispondendo alle domande dei cronisti fuori dal palazzo di Giustizia di Milano dove è in corso l'udienza Mediatrade, ha spiegato infatti che i giudici della Corte d'Appello Civile che hanno emesso la sentenza sul lodo Mondadori "avrebbero potuto" sospendere l'esecutività del risarcimento, "ma non lo hanno fatto". Ed ha aggiunto che da qui in avanti "certamente non la sospenderanno". Dunque, secondo il legale, "Fininvest pagherà e speriamo che avrà i soldi indietro", dopo l'ultima parola della Cassazione "che farà giustizia". Ghedini, inoltre, ha affermato che "non c'è mai stato nessun danno per De Benedetti"."Non c'è nessuna ipotesi di legge, lo escludo categoricamente". Così l'avvocato del premier e parlamentare del Pdl, Niccolò Ghedini, in Tribunale a Milano per l'udienza Mediatrade ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se c'era 'in cantierè qualche progetto di legge per intervenire sulla sentenza di sabato scorso che ha condannato Fininvest a pagare 560 milioni di euro di risarcimento alla Cir di De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori. Il legale di Silvio Berlusconi ha spiegato che la cosiddetta 'norma salva-Fininvest' che era stata inserita in un primo tempo nella manovra economica e poi è stata ritirata, affermava comunque "un principio di civiltà". Secondo quella ipotesi di legge, per una società condannata a pagare in sede civile più di 20 milioni di euro era previsto il 'bloccò dell'esecutività del pagamento fino alla pronuncia definitiva della Cassazione, salvo il deposito di una cauzione. Per Ghedini questa ipotesi di legge rappresentava "un principio di civiltà", perchè ci sono "società costrette a pagare" che poi si vedono ribaltare il giudizio in Cassazione.
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