martedì 6 ottobre 2009
I giudici della Corte Costituzionale torneranno a riunirsi domani in camera di consiglio per discutere sulla legittimità del Lodo Alfano. La Corte ha deciso di aggiornare la seduta a domattina, verso le nove.
I giudici hanno escluso come parte nel procedimento la procura della Repubblica di Milano, che non ha potuto partecipare all'udienza con un suo avvocato.
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I giudici della Corte Costituzionale torneranno a riunirsi domani in camera di consiglio per discutere sulla legittimità del Lodo Alfano. La Corte ha deciso di aggiornare la seduta a domattina, verso le nove.Pomeriggio di udienze. I giudici della Corte Costituzionale hanno terminato poco dopo le 17 le udienze previste per oggi e si sono quindi riuniti in camera di consiglio per decidere sulle cause, la prima delle quali è la questione di legittimità del lodo Alfano. L'udienza pubblica sul lodo si è tenuta questa mattina alla presenza di tutti e 15 i giudici della Consulta, i tre avvocati del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dell'avvocato dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio. All'udienza del pomeriggio sulle ultime cause, che ha preceduto la camera di consiglio, erano presenti 13 giudici su 15. Assenti Franco Gallo, relatore della causa sul lodo Alfano e il giudice Paolo Grossi. Una decisione potrebbe arrivare entro 48 ore, oppure, se così non sarà, rischia di slittare alla settimana che inizia il 19 ottobre.Esclusa la Procura di Milano. I giudici della Consulta, che hanno avviato oggi l'esame di costituzionalità del Lodo Alfano, hanno escluso come parte nel procedimento la procura della Repubblica di Milano, che così non potrà partecipare all'udienza con un suo avvocato. La decisione, annunciata in aula, si basa sulla giurisprudenza della Corte e sulla legislazione vigente che, hanno detto i giudici, stabilisce che il pubblico ministero non possa essere assimilato alle parti di un processo nel ricorrere alla Corte Costituzionale.Amara la reazione dell'avvocato della procura, Alessandro Pace, che ha dichiarato di vedere più difficile che la Consulta dichiari incostituzionale la legge. "C'è un pò di amarezza", ha detto Pace uscendo dall'aula. A una domanda su quale tipo di sentenza si aspetti dalla Corte, l'avvocato ha aggiunto: "Io la vedo più negativamente, ci sono più spiragli che venga ribaltata la sentenza del 2004", riferendosi a quando la Corte dichiarò incostituzionale il precedente lodo Schifani.Cosa deve decidere la Consulta. I 15 giudici della Consulta sono chiamati a stabilire se sia costituzionale o meno la legge del Parlamento italiano che assicura al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e alle altre tre più alte cariche dello Stato (presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato) la sospensione dei processi penali. Valutata la non ammissibilità della costituzione in giudizio della procura di Milano, rappresentata dal professor Alessandro Pace, il relatore Franco Gallo dovrebbe ora presentare le questioni di illegittimità avanzate dal Tribunale di Milano e dal gip di Roma -- le sedi che ospitano tre procedimenti a carico del premier. Poi sarà il turno dei tre legali del premier e di quello della Presidenza del Consiglio, l'avvocato dello Stato Glauco Nori.Secondo quel che hanno riferito alcuni mezzi di informazione in questi giorni, è possibile un rinvio della camera di consiglio -- il cui inizio è previsto per oggi pomeriggio -- se un giudice chiederà tempo per lo studio degli atti. Rinvio, dicono i media, che potrebbe andare anche alla settimana prossima, visto che giovedì cinque giudici sono attesi a un incontro internazionale all'estero.Le tre possibili soluzioni. Tre sono le possibili soluzioni: il no ai ricorsi e quindi l'ok al Lodo Alfano così com'è, l'accettazione parziale con la dichiarazione di parziale incostituzionalità del Lodo, le cui parti non approvate dalla Consulta potrebbero essere modificate con un disegno di legge, e infine la bocciatura integrale della legge, come avvenuto per il precedente Lodo Schifani.
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