venerdì 6 settembre 2024
Una ricerca rivela che nei lockdown la salute mentale delle mamme che si sono occupate dei figli da sole è peggiorata, i papà sono stati meglio. Più resilienti le coppie che si sono divise i compiti
Madri più stressate dei padri durante il Covid: una lezione di amore e parità

Icp

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L’esperienza della pandemia di Covid-19, con i lockdown, le chiusure di scuole e asili e la drastica limitazione delle relazioni tra le persone ha avuto impatti significativi e drammatici sulla salute mentale dei giovani. Di questo se ne è parlato molto e ancora se ne discute, perché il tema della sofferenza dei ragazzi e delle ragazze a causa di quel periodo che non riusciamo a lasciarci alle spalle riemerge di continuo, come un fiume carsico, e si affianca, a volte a ragione altre meno, alla riflessione su tanti fatti di cronaca che vedono i giovani coinvolti.

Se degli effetti delle chiusure delle scuole sulle generazioni in erba sappiamo molto, e gli studi non mancano, poco conosciamo dello stress dei genitori. Di quanto, cioè, il carico di fatica supplementare legato alle chiusure e alle reclusioni domestiche, abbia inciso sulla salute mentale delle madri e dei padri. Per questo si può definire prezioso uno studio del Max Planck Institute for Demographic Research appena pubblicato sulla rivista Demographic Research (a cura di Nicole Hiekel e Mine Kühn), nel quale è stato analizzato il peso sui genitori, in particolare sulle madri, del supplemento di assistenza ai bambini che è stato necessario. La conclusione? Che anche le mamme, come si è detto tante volte dei giovani, “sono state male”. O comunque non sono state bene come i papà. A soffrire meno, invece, le coppie che hanno saputo condividere il carico della cura dei figli in quei giorni difficili per tutti.

Come si è arrivati a questo risultato è più interessante dell’esito finale. Le ricercatrici del Max Planck si sono concentrate su un campione di coppie tedesche con figli che vivono insieme sotto lo stesso tetto, raggruppandole in base alla divisione dei compiti a casa: le famiglie in cui prima della pandemia la responsabilità dell’assistenza all’infanzia ricadeva prevalentemente sulla madre; quelle in cui vi era una divisione dei compiti, ma durante le chiusure ha fatto quasi tutto la donna; i nuclei in cui mamma e papà hanno continuato a dedicarsi insieme ai figli.

Quanto emerso non è così scontato come può sembrare. Lo studio ha infatti dimostrato che le mamme maggiormente coinvolte nella cura dei bambini prima e durante la pandemia hanno conosciuto un aumento significativo dello stress, hanno sperimentato un maggiore livello di esaurimento e si sono sentite molto più sole. Così è stato anche per le donne abituate a una condivisione dei compiti col marito o compagno, che però durante i lockdown per un motivo o per l’altro hanno dovuto fare a meno del sostegno del padre dei figli. Non solo: la sofferenza è stata ancora più forte per le molte donne che considerano giusto e necessario spartirsi il lavoro a casa, ma che si sono trovate improvvisamente sole.

Una cosa abbastanza sconvolgente è scoprire che per molti maschi la pandemia si è rivelata addirittura un’opportunità di relax: chi ha potuto smettere di fare i "compiti a casa", lasciando che la propria moglie o compagna continuasse a farsi carico di tutto, è stato meglio di prima: «Questi padri erano meno stressati, meno esausti e meno soli - hanno spiegato le ricercatrici -. In alcuni casi erano persino più rilassati, forse perché non dovevano più fare il pendolare per andare al lavoro ed erano meno esposti alle regole del lavoro straordinario». Nel frattempo, però, la salute mentale delle loro partner è andata peggiorando.

C’è un vincitore, in questa storia: le coppie unite, che hanno sempre condiviso l’impegno per i figli, e hanno continuato a farlo insieme nel periodo più difficile durante la chiusura delle scuole, non hanno avuto grandi problemi né sofferenze, nonostante l’aumento del lavoro a casa, e si sono dimostrate molto più resilienti far fronte alle criticità, con benefici per i loro figli. Il fatto è che si tratta di un gruppo abbastanza limitato, circa una coppia su quattro o su cinque.

L’insegnamento che se ne può trarre è abbastanza scontato, nel momento in cui si prende atto che una madre sola, senza aiuti in casa, o in generale con pochi sostegni pubblici quando non c’è di mezzo una pandemia, non ha solo un problema di indipendenza personale, o legato alle risorse economiche domestiche, ma può dover fare i conti con un peggioramento della propria salute mentale.

L'argomento della condivisione dei compiti tra madri e padri, insomma, non può essere ricondotto solo al dibattito sulla parità di genere e sui diritti in senso lato, ma potemmo incominciare a parlare di livello qualitativo della relazione di coppia, di responsabilità dei maschi, se non della capacità di amare la persona con la quale si vive e si stanno crescendo dei figli.

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