Lo annuncia ad Avvenire il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. «Avevamo promesso che non li avremmo lasciati soli e questa è una prima risposta concreta», spiega il vice del ministro Alfano che aveva definito «sconcertante » l’assenza delle istituzioni alla prima udienza quando solo la cooperativa si era costituita parte civile contro il boss Saverio Mammoliti e altri esponenti della 'famiglia' accusati di tentata estorsione e del taglio di alcune centinaia di ulivi secolari. Anche il comune di Oppido, al quale gli uliveti sono stati assegnati, ha deciso di costituirsi parte civile con una delibera che arriva dopo il pressing della prefettura di Reggio Calabria dopo la denuncia di Avvenire di più di un mese fa. Presenze istituzionali per un processo simbolo.
È la prima volta che vengono individuati i responsabili di un attentato a un bene confiscato. Così come la costituzione di parte civile dei danneggiati. Superati, dunque, dubbi e resistenze. E così oggi, davanti ai mafiosi, non saranno più soli i giovani della cooperativa nata dalla collaborazione tra la diocesi di Oppido-Palmi e l’associazione Libera, col sostegno del 'Progetto Policoro' della Cei. «Siamo molto contenti – commenta il presidente Giacomo Zappia –, in questa terra non è mai positivo essere soli. Ora sentiamo le istituzioni vicine e questo ci dà forza». Poche parole perché c’è da lavorare. È in partenza per Firenze il primo carico, circa 9 tonnellate, di 'clementine della legalità', frutto dell’accordo con la Coop. Agrumi doppiamente puliti, biologici e raccolti sui terreni confiscati.
Oggi al Tribunale di Reggio Calabria non ci saranno solo le istituzioni. Avviso Pubblico, l’associazione che raccoglie i comuni sui temi della legalità, sarà presente col sindaco di Polistena, Michele Tripodi mentre Giuliano Palagi, membro della Commissione Consultiva, affiancherà gli avvocati della cooperativa. Molte altre associazioni hanno raccolto l’appello del coordinamento di Libera della Piana di Gioia Tauro. «Per essere in tanti a chiedere giustizia – spiega don Pino Demasi, parroco di Polistena e 'papà' della cooperativa –, per non lasciare soli i giovani della Valle del Marro, per far crescere il coraggio nei nostri territori e costruire la necessaria corresponsabilità attorno a scelte decisive e incisive che aiutino tutti ad affrancarsi da ogni condizionamento mafioso». Appuntamento oggi alle 9 per dire «no» alla ’ndrangheta e «sì» alla legalità e al lavoro pulito.