martedì 11 ottobre 2011
La «gara» per il passaggio al digitale terrestre è indolore 39 emittenti su 40 potranno continuare a trasmettere. Le intese fra le reti per le ripartizioni delle frequenze hanno permesso al dicastero dello Sviluppo economico di evitare la «telemattanza».
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Trentanove tv locali su quaranta sono salve. In Liguria, la prima regione d’Italia dove è stata introdotta la «gara» fra emittenti per poter continuare a trasmettere, la morìa di televisioni non c’è stata. Le intese fra le reti e alcuni accorgimenti sulle ripartizioni delle frequenze hanno permesso al ministero dello Sviluppo economico di evitare la «telemattanza» nel passaggio al digitale terrestre.Un segnale accolto con soddisfazione dalle associazioni di categoria che però non cancella le preoccupazioni. Perché il vero banco di prova per le nuove regole sull’assegnazione dei canali sarà la Toscana dove le domande presentate dalle tv sono ventinove per diciotto frequenze e il responso è atteso la prossima settimana. Comunque almeno in Liguria l’emittenza locale tira un sospiro di sollievo dopo il taglio di nove frequenze che entro il 2012 passeranno in tutta Italia alle compagnie telefoniche per la banda larga mobile. «Fa piacere che tutte le 14 tv locali della Liguria collegate all’Aeranti-Corallo potranno svolgere a pieno titolo l’attività», spiega Marco Rossignoli, coordinatore dell’associazione che raggruppa mille imprese radio-televisive della Penisola. E dal dicastero guidato da Paolo Romani si ribadisce che il ministro ha tenuto fede alla promessa fatta dalle colonne di Avvenire: «Per noi ogni tv, grande o piccola che sia, è un’occasione di sviluppo economico e culturale, e va salvaguardata».Fondamentale è stata l’idea delle alleanze fra tv che hanno permesso di ottenere un bonus nel punteggio finale. Un’opportunità che in Liguria è stata utilizzata sia dalle reti provinciali, sia dalle piccole che così hanno avuto la possibilità di mantenere accesi i ripetitori. Certo, le tv più strutturate che possono contare su forti patrimoni netti, organici di tutto rispetto e un’ampia diffusione del segnale conquistano la vetta della classifica (come Telecity al primo posto, Canale Italia 2 e 3 al secondo e Primo Canale al terzo). Ma anche le altre hanno trovato il loro spazio: un esempio arriva da Teleradiopace della diocesi Chiavari e Tele Liguria Sud della diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato, che si sono unite e che hanno ottenuto la dodicesima posizione.In Liguria i canali concessi alle locali sono diciotto ma le domande accolte sono state venti. Dal ministero fanno sapere che la discrezionalità lasciata dal legislatore ai collaboratori di Romani ha consentito di recuperare nell’etere regionale spazi che in alcune aree sarebbero rimasti vuoti e di consegnarli a due intese fra tv (per un totale di sei stazioni) che sono arrivate diciannovesime e ventesime. Senza frequenza resta l’emittente toscana Italia 7 che copriva la zona di La Spezia e che adesso dovrà essere trasportata nel mux di un’altra tv.Nelle ultime ore, però, è arrivato l’ennesimo cambio di rotta: l’assegnazione dei canali avverrà in via temporanea e non in modo definitivo (ossia per venti anni). Il motivo? Sono in corso trattative a livello internazionale per mettere a punto la pianificazione delle frequenze con la Francia e ridurre le interferenze. Da qui la scelta di prendere tempo da parte del ministero. Una decisione «assolutamente inaccettabile», denuncia l’Aeranti-Corallo, che chiede «certezze per il comparto» per salvaguardare anche gli investimenti.
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