venerdì 16 dicembre 2011
​"Alte autorità del Sudan ci hanno comunicato l'avvenuta liberazione di Francesco". Così il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha confermato sul sito web di Peacereporter la notizia della liberazione di Francesco Azzarà, il volontario dell'associazione rapito in Darfur quattro mesi fa.
Sequestro-lampo di un tecnico italiano in Nigeria
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"Alte autorità del Sudan ci hanno comunicato l'avvenuta liberazione di Francesco". Così il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha confermato sul sito web di Peacereporter la notizia della liberazione di Francesco Azzarà, il volontario dell'associazione rapito in Darfur quattro mesi fa. "Stiamo aspettanto le conferme e soprattutto stiamo aspettando di sentire la voce di Francesco".Francesco, originario di Reggio Calabria, è un operatore di Emergency, di stanza a Nyala, la capitale del Darfur meridionale, dove lavora presso il centro pediatrico gestito dall'organizzazione italiana. Era stato rapito lo scorso 14 agosto, mentre a bordo di un'auto insieme ad alcuni collaboratori si stava recando in aereoporto da un commando di uomini armati. Un sequestro, che secondo PeaceReporter, è sembrato anomalo sin dall'inizio: miliziani ribelli che sfidano le autorità locali e il governo sudanese o semplicibanditi? Emergency ha immediatamente chiesto un silenzio stampa che è stato rispettato in modo quasi ferreo. Qualcuno ha scritto che il rapimento sarebbe stata opera di una tribù araba entrata in rotta di collisione con Khartoum e Nyala. Pochi giorni dopo il sequestro, si erano diffuse indiscrezioni circa una richiesta di riscatto avanzata ad Emergency, smentita subito dall'organizzazione.
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