«Vite strozzate». Dai creditori. Era il titolo di un film italiano girato una decina d’anni fa da Ricky Tognazzi sul fenomeno dell’usura: titolo quanto mai azzeccato, perché chi cade nella rete degli usurai si sente soffocare. Un imprevisto, i soldi che vengono a mancare, le spese da sostenere. Una vita che rischia di trasformarsi in un inferno. Esattamente quello che è capitato a Lucia C., 60 anni, da 5 finalmente 'libera' dai creditori. «Tutto perché mio figlio, che lavorava come autotrasportatore, una quindicina d’anni fa si ruppe il ginocchio in un incidente e non riuscì a guidare per parecchio tempo. Lui era sotto di 15 milioni di lire: come se non bastasse, aveva acquistato una macchina per altri 20 milioni. Da lì è iniziato tutto: i debiti sono aumentati, i creditori sono pure venuti da me, minacciandomi sulla porta di casa il giorno dopo Natale, intimandomi di vendere tutto, a lasciare l’abitazione». E i debiti sono cresciuti: con il passaggio dalla lira all’euro, arrivano alla cifra spropositata di 80mila euro. La donna ha pensato di farla finita, finché un giorno in televisione non ha visto una trasmissione sull’importanza di denunciare gli strozzini. «Li contattai subito continua Lucia - . Mi hanno ascoltato, mi hanno aiutato economicamente, insieme ad una mia amica. Alla fine, sono riuscita a restituire 20mila euro». Oggi Lucia ha ancora 9.000 euro da restituire alla sua amica: ma almeno l’incubo è finito. A Milano collabora con l’associazione e assiste le persone indebitate: «pensionati, commercianti, si indebitano per niente e dopo non si liberano più dei loro aguzzini. Ma io dico sempre a tutti: non restate in silenzio e correte a denunciarli». (A. D’A.) L’inferno vissuto da Lucia, per 10 anni nella rete degli strozzini: «Ho pensato di farla finita. Erano giunti a minacciarmi in casa, chiedendomi 80mila euro»