Costituire degli eserciti regionali, sul modello della Guardia nazionale americana, che siano pronti a intervenire in caso di calamità naturali, di gravi attentati, di incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi e per mantenere l'ordine pubblico qualora il Consiglio dei ministri o i Governatori regionali lo deliberino. È questo l'obiettivo che si propone di raggiungere la Lega con la proposta di legge presentata il 15 marzo e annunciata oggi alla Camera. Il provvedimento, che porta la firma di quasi tutti i componenti del gruppo del Carroccio (ad eccezione del capogruppo Marco Reguzzoni) prevede che le "milizie" siano composte, tra l'altro, da cittadini italiani volontari cessati dal servizio senza demerito con età inferiore ai 40 anni. «Nella Repubblica - si legge nella relazione del provvedimento - manca uno strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l'attivazione del sistema di protezione civile». «L'importazione nel nostro ordinamento dell'Istituto della Guardia Nazionale - aggiungono i deputati della Lega - permetterebbe di assicurare il soddisfacimento di queste esigenze liberando i reparti operativi delle forze armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati e predisponendo uno strumento utilizzabile all'occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all'estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria». Secondo il progetto di legge messo a punto dal Carroccio, dovranno entrare a far parte del Corpo dei volontari militari, previo superamento di esami psico-attitudinali, i militari che non sono più in servizio (senza demerito) e che non abbiano superato i 40 anni di età. Il limite di età varrà anche per gli ufficiali e i sottoufficiali. Il reclutamento dovrebbe avvenire su base regionale. E quelli che il Carroccio già definisce "battaglioni regionali" dovranno avere prevalentemente il carattere di "strutture-quadro", che potrebbero poi aumentare di numero in caso di mobilitazione. I soldati regionali avranno l'obbligo di prestare servizio un mese all'anno, anche per garantire la formazione permanente del personale. La loro retribuzione sarà identica alla paga giornaliera che si riceve nell'Esercito e ci sarà l'aspettativa non retribuita nel caso in cui i nuovi soldati lavorino nel settore pubblico o privato. Toccherà all'Esercito e ai Carabinieri addestrare il nuovo "Corpo regionale" che non dovrebbe disporre di più di 20mila uomini raggruppati in 20 battaglioni regionali (con il nome della regione di riferimento) sotto il comando di altrettanti tenenti colonnelli distaccati dall'Esercito e dall'Arma. Ogni battaglione quindi sarà composto da mille uomini e donne reclutati su base regionale. Le uniformi sarebbero identiche a quelle dell'Esercito, ma con un distintivo in più, 'ad hoc' per ogni regione. Girerebbero armati (armamento leggero) come i Carabinieri. Per quanto riguarda la carriera, il governo dovrà assicurare una corrispondenza con i gradi dell'Esercito anche se con alcuni distinguo. Si preclude però il passaggio di questi 'miliziani' regionali all'Esercito o ai Carabinieri. Il Generale comandante del Corpo dipenderà dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per quanto riguarda i compiti deliberati direttamente dal Consiglio dei ministri, mentre i Tenenti colonnelli, che guidano i singoli battaglioni regionali, risponderanno direttamente ai presidenti delle Regioni in cui saranno stanziati per fronteggiare le emergenze locali. Il Corpo dei volontari militari non potrà essere impiegato fuori dall'Italia. Il primo firmatario del testo è il deputato della Lega, Franco Gidoni.
IL NO DEL MINISTRO LA RUSSA«In ogni Paese, anche il più federalista del mondo, l'esercito non viene mai regionalizzato o parcellizzato. È una delle caratteristiche dello stato unitario». Lo ha detto il
ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rispondendo a una domanda dei giornalisti sui cosiddetti eserciti regionali, la proposta avanzata da alcuni parlamentari della Lega.
ROSATO (PD), INIZIATIVA PREOCCUPANTE«Nel mezzo del conflitto libico, la Lega, che detiene la
golden share del governo, trova il tempo per cadere nel ridicolo e per ridicolizzare le istituzioni». Il
tesoriere del gruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, commenta così la proposta di legge della Lega, per istituire degli eserciti regionali che si occupino anche di ordine pubblica su richiesta del Consiglio dei ministri e dei singoli governatori. «Se è una provocazione - prosegue il parlamentare - è di cattivo gusto. Se è una cosa seria è ancora più preoccupante». «Si tratta di un'iniziativa pericolosa - conclude - contro la quale ci opporremo con tutte le nostre forze».
DONADI (IDV), ULTIMA FOLLIA LEGHISTA «Gli eserciti regionali sono l'ultima follia leghista, l'evoluzione delle ronde padane, l'eterna tentazione del Carroccio di creare uno stato nello Stato». Lo afferma il
presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. «Il cinismo della Lega non ha limiti - spiega - utilizza questa pericolosa panzana delle milizie territoriali per fare campagna elettorale in vista delle prossime amministrative. Un atteggiamento, come al solito, irresponsabile dal punto di vista politico e culturale». «Berlusconi e i vertici del Pdl - conclude il capogruppo Idv - hanno il dovere di intervenire come capo del governo italiano e come rappresentanti del principale partito della maggioranza per stoppare un progetto che ha l'unico obiettivo di mettere a rischio l'unità dello Stato».
CROSETTO (PDL), BASTA CHE NON SIANO ARMATI«Non penso che il termine "esercito regionale" sia nelle intenzioni della Lega. Si tratta di una "riserva selezionata", con compiti di protezione civile ampliati: se ne può discutere, basta che non siano armati». Lo dice
Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, commentando la propostadella Lega Nord di costituire gli eserciti regionali formati da personale volontario che abbiano come modello la Guardia nazionale americana. «Non ci può essere - rimarca l'esponente Pdl - unasovrapposizione con le forze armate e le forze di polizia».