mercoledì 12 novembre 2008
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12 settembre: la Cai sospende le trattative coi sindacati La compagnia aerea italiana si ritira dalla trattativa con i sindacati, confermando però l'offerta. I dipendenti, soprattutto i piloti, chiedevano migliori condizioni economiche. Il commissario straordinario Fantozzi comunica l'inizio della cassa intergazione, il premier Berlusconi prova a ricucire con le organizzazioni dei lavoratori.15 settembre: la spaccatura fra i sindacatiCisl e Uil firmano un accordo quadro che per la Cgil e le sigle autonome è carta straccia.18 settembre: scaduto l'ultimatum, la Cai si ritiraScade alle 15.50 l'ultimatum dato il giorno prima ai sindacati da Roberto Colaninno, presdiente di Cai, per accettare l'offerta. Non arriva nessuna risposta positiva da Cgil, dalle sigle dei piloti (Anpav e Avia) e dalla SdL. Dopo 10 minuti dalla scadenza dell'ultimatum il ritiro dell'offerta di acquisto degli asset della compagnia di bandiera.25 settembre: si ripare il dialogo, firmato un accordoIl governo, ma anche il Pd, si mettono al lavoro per evitare il fallimento della privatizzazione. Riescono a riaprire il dialogo tra la Cai e le organizzazioni dei lavoratori. Una dopo l'altra firmano tutte le sigle sindacali, per ultime, il 27 settembre Avia e SdL. Il commissario straordinario Fantozzi dice di aspettarsi una proposta della Cai (che intanto ha aumentato il capitale a 1,1 miliardi, la cifra esatta per concludere l'operazione d'acquisto) entro la mezzanotte del 31 ottobre.28 ottobre: la trattativa verso la soluzione finaleLa trattativa sembra essere arrivata alla soluzione finale. Ottenute le firme necessarie all'accordo quadro, la Cai si trasforma in spa e prepara l'ingresso di nuovi soci. Il giorno prima era iniziato il confronto definitivo con i sindacati. I nodi ancora da risolvere sono principalmente quelli sui contratti e sui criteri di selezione del personale. L'assemblea dei soci della cordata viene convocata per il 31 ottobre per prendere la decisione sull'offerta vincolante.31 ottobre: il «lodo» Letta, e la Cai va avanti I vertici della Compagnia aerea italiana e le nove sigle sindacali vengono convocati a Palazzo Chigi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta presenta un «lodo» per risolvere la vertenza e si fa garante degli accordi sottoscritti dalle parti. La maggioranza dei sindacati acconsente ma i piloti di Anpac e Upi e gli assistenti di volo di Avia, Anpav e SdL rifiutano. La Cai sceglie di andare avanti e conferma la sua offerta per gli asset Alitalia.3 novembre: il «fronte del no» promette azioni fortiLe sigle «ribelli» degli autonomi convocano una assemblea generale a Fiumicino e vanno verso lo sciopero, minacciando anche «azioni forti» se la Filt-Cgil non ritirerà la firma dal «lodo» Letta. Gli assistenti di volo abbandonano l’assemblea dopo la contestazione.4 novembre: «trattativa chiusa» per Cai e governoCai e governo chiudono le por­te ai sindacati autonomi che non hanno firmato l’accordo sulla nuova Alitalia. Una convoca­zione delle sigle? Non se parla nem­meno, avverte il presidente della compagnia Roberto Colannino pre­figurando anche l’assunzione di pi­loti di Ryanair, se quelli di Alitalia fa­cessero storie. E il governo incalza: «Trattativa chiusa», gli fa eco il mi­nistro dei Trasporti Altero Matteoli, minacciando per i ribelli la perdita dei diritti alla cassa integrazione.10 novembre: lo sciopero selvaggio, aeroporti nel caosI sindacati autonomi proclamano a sorpresa uno sciopero immediato di 24, gettando nel caos gli aeroporti con oltre un centinaio di voli cancellati. Il ministro Matteoli attiva la precetta­zione dei lavoratori, come richiesto dal Garante sugli scioperi Antonio Martone.
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