giovedì 25 marzo 2010
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Berlusconi da una parte, il sindacato dei magistrati dall’altra. È ancora un giorno di scontri. Di parole dure. Destinate a lasciare un segno profondo. «Gli attacchi a una fondamentale istituzione dello Stato sono diventati talmente gravi e reiterati da non poter più essere affrontati sul piano di una difesa di categoria», ripete l’Anm che nell’ennesima nota ufficiale avverte: «Oggi il problema non è della magistratura, ma dell’intero Paese e delle sue istituzioni». La tensione è altissima, ma l’Associazione nazionale magistrati promette: non ci faremo «trascinare sul terreno di uno scontro politico». È l’ultima replica alle parole del premier che, intervenendo telefonicamente a Telelombardia , sferra l’attacco. «Avevo deciso di non partecipare direttamente alla campagna elettorale per le Regionali ma ci sono stato tirato dentro dal comportamento della sinistra e dei suoi pm...». E ancora: «I temi sono stati dettati dalla magistratura... Hanno occupato giornali e tv con falsi scandali... Ancora una volta la sinistra è intervenuta con la sua mano giudiziaria». La replica è inevitabile: «L’Anm prende atto che, nonostante i numerosi e autorevoli inviti alla moderazione dei toni, il dibattito politico, in occasione della campagna elettorale in corso, continua a essere caratterizzato da inaccettabili insulti e aggressioni nei confronti della magistratura...». Poi tocca al portavoce del Pdl Capezzone: Anm surreale, nega anche l’evidenza.
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