Un'immagine tratta dal profilo Instagram registrato come Florin Turlica mostra Costantin Aurel Turlica, 22 anni, Ion Cosmin Turlica (20) e Aurel Ruset (25), i tre cittadini di nazionalità romena sottoposti a fermo per la rapina ai danni dei coniugi Martelli, a Lanciano
Catturato un quarto uomo della banda che ha rapinato e malmenato i coniugi Martelli: dopo i primi tre arresti a carico di altrettanti romeni, che sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine mentre tentavano di partire nelle campagne del chietino con la stessa automobile utilizzata per l’assalto alla villa, giovedì è stato catturato anche un quarto connazionale. L'uomo, 26 anni, è stato rintracciato a Casal di Principe, nel Casertano.
A parlare di un italiano come capo della banda era stato Massimiliano Delle Vigne, il commerciante anch’esso vittima di un pestaggio simile a quello dei coniugi Martelli, e pure Domenico Iezzi, il 73enne commerciante a cui i banditi a marzo scorso hanno tagliato un dito con un coltello: l’uomo che lo aveva massacrato gli aveva confessato apertamente di essere della provincia di Foggia. Al momento, però, non si sa ancora se il numero dei banditi coinvolti nella violenta rapina siano superiori ai quattro banditi che le stesse vittime hanno visto entrare in casa.
Gli arrestati, in base a quanto emerso, sono due fratelli e un cugino di nazionalità romena, di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Sono stati bloccati dopo un lungo inseguimento conclusosi in località Coste di Chieti, mentre si preparavano a fuggire in Romania con una Golf di colore blu di targa romena: dentro la vettura sono stati rinvenuti i passamontagna e poco meno di 3.500 euro. Le indagini si stanno focalizzando su una donna, anch’essa romena, collaboratrice domestica a casa Martelli.
Non solo Lanciano, ma l’intera comunità della provincia di Chieti, letteralmente terrorizzata, ha reagito con sollievo alla notizia dei primi arresti. «Li hanno presi? Bravi, ma a me non cambia niente». Reagisce così Carlo Martelli, dal letto dell’ospedale dove è ricoverato, alla notizia dei primi tre arresti: «Desidero recuperare al più presto la normalità della mia vita e la dimensione di riservatezza che l’ha sempre caratterizzata».
Quanto alla moglie, Niva Bazzan, con riferimento ai malviventi ha detto: «Io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità, ma lo Stato non li deve perdonare». Il sindaco Mario Pupilio, inoltre, è tornato sul tema sicurezza, confermando le stesse parole di Martelli all’indomani della brutale aggressione: «Una tragedia per la quale nessuna misura di sicurezza, messa in campo dai limitati mezzi di un’amministrazione comunale, avrebbe potuto scongiurare: in questo senso, faccio mie le parole del dottor Martelli, avere una pistola in casa non avrebbe evitato quanto successo».
Un invito all’equilibrio e alla pacatezza arriva anche da monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo della Diocesi Lanciano-Ortona: «Le parole espresse dai coniugi Martelli sono quelle più sagge che abbiamo ascoltato in questi giorni: sono parole dettate da una grande serenità e da un cuore aperto, anche per l’esperienza di vita che loro vivono. Non esiste un muro tanto alto che possa salvaguardarci: non è con la difesa ad oltranza o con le pistole che si risolve il problema della sicurezza. È fondamentale invece – ha concluso Cipollone – ricominciare tutti insieme, chiese, fedeli, insegnanti e persone preposte al sociale, a ricostruire un tessuto sociale compatto e coeso, a sentirci tutti fratelli in una comunità».