martedì 22 marzo 2011
Due barconi con 127 persone hanno raggiunto Lampedusa nella notte, mentre l'ultimo, con a bordo 164 persone, è entrato in porto poco dopo le 8 del mattino. Per il ministro dell'Interno c’è il rischio che tra le migliaia di immigrati arrivati finora possa esserci qualcuno legato al mondo della criminalità o del terrorismo. Il Viiminale concorda un piano per distribuire tra le regioni italiane 50mila profughi dalla Libia.
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Sono arrivati a Lampedusa con tre barconi altri 291 immigrati dopo le migliaia che hanno raggiunto l'isola nei giorni scorsi. Due sbarchi, il primo di 105 persone e il secondo di 22, sono avvenuti nella notte mentre l'ultimo barcone - con a bordo 164 persone tra cui un minore - è entrato in porto scortato da una motovedetta della Capitaneria di porto poco dopo le 8 del mattino.Il ministero dell'Interno formulerà nei prossimi giorni un piano per la distribuzione nelle regioni italiane di 50mila profughi dalla Libia. Lo ha detto oggi il ministro Roberto Maroni. Il ministro ha discusso oggi per due ore al Viminale coi rappresentanti di Regioni, associazioni dei Comuni e delle Province, di un "piano di emergenza per accogliere fino a 50mila profughi dalla regione nordafricana", ha spiegato in una conferenza stampa. La riunione, ha detto Maroni, era stata sollecitata nei giorni scorsi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per affrontare la crisi umanitaria in Libia, dove, a oltre un mese dallo scoppio di una guerra civile tra le forze di Muammar Gheddafi e i ribelli, sabato scorso è cominciata una operazione militare con mandato Onu per assicurare la protezione dei civili.Il capo del Viminale, che ha definito la cifra di 50mila profughi "un numero molto realistico", ha spiegato che la distribuzione seguirà il "principio di solidarietà" tra le regioni in base al numero di abitanti, ma con "criteri correttivi". Maroni ha citato, tra le Regioni per cui varranno tali criteri, Sicilia, Puglia e Calabria, che ospitano già numerosi migranti, e l'Abruzzo, a causa del terremoto del 2009.Altre eccezioni riguardano Regioni che ospitano centri di identificazione e di espulsione per immigrati (Cie), Centri di accoglienza (Cda) e Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara), ha detto il ministro, che presenterà nei prossimi giorni il piano a regioni, comuni e province per l'approvazione definitiva. Maroni ha anche detto che domani si recherà a Tunisi"per verificare con il governo tunisino le iniziative che noi pensiamo serva mettere in atto per porre fine al flusso" di migranti che in queste settimane dalla Tunisia hanno raggiunto Lampedusa.A ieri, il Viminale parlava di 14.918 migranti tunisini sbarcati complessivamente a Lampedusa, e oggi Maroni ha detto che sono 10mila quelli trasferiti in altri centri fuori dall'isola. Il ministro ha anche detto che c'è il rischio che quella dai porti nel sud della Tunisia diventi la nuova rotta utilizzata dalle organizzazioni che trafficano in esseri umani: "Se non si interviene rapidamente temo che il traffico di esseri umani che prima passava per la Libia possa spostarsi qua".L'ALLARME DI MARONITra le migliaia di immigrati che sono sbarcate in questi mesi c’è il rischio che «possa esserci qualcuno legato al mondo della criminalità o, peggio ancora, del terrorismo. Rischio segnalatoci anche da servizi stranieri». Roberto Maroni lancia l’allarme al termine del Consiglio dei ministri straordinario, con al fianco i colleghi La Russa e Alfano. Dunque, accanto ai problemi esplosivi, meramente aritmetici, che vedono ormai a Lampedusa il numero degli ospiti pareggiare, se non superare, quello dei residenti se ne aggiunge un altro, "qualitativo", legato al rischio infiltrati. Per tentare di fronteggiare come sistema Paese un’emergenza immigrazione la cui portata è ancora non prevedibile, oggi al Viminale ci sarà un vertice con Regioni, Comuni e Province, che però chiedono aiuti statali per i costi che gli enti locali dovranno sopportare, mentre «è riunito in sede permanente», informa il questore di Roma Francesco Tagliente, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo. «Nessuna minaccia specifica, ma c’è stato di allerta», dice Tagliente. I timori maggiori come lascia intendere Maroni, (e come conferma esplicitamente il prefetto Carlo De Stefano, esperto di Antiterrorismo della fondazione Icsa) vengono dalla Tunisia, dalle cui carceri sono uscite a seguito delle rivolte centinaia di terroristi e criminali comuni che ora potrebbero infiltrarsi fra profughi e clandestini in viaggio disperato verso le nostre coste.Il ministro dell’Interno sarà a Tunisi, domani, per far valere il Trattato di cooperazione e contrasto all’immigrazione che - ricorda lo stesso Maroni - aveva ben funzionato nel 2010 «con soli 25 sbarchi» (a fronte dei quasi 15mila degli ultimi due mesi) anche per meglio prevenire questi rischi di infiltrazione. E nella sua Varese il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto certificare piena unità d’intenti, anche su questo versante, con l’azione del governo. Va affrontata la questione «dei flussi migratori, dell’accoglienza di chi arriva, della vigilanza rispetto a tutto quello che si può mescolare di torbido negli sbarchi verso le nostre coste», ha sottolineato il capo dello Stato. «Ho apprezzato in questo frangente - ha aggiunto - l’impegno del ministro Maroni. Lavoriamo in piena sintonia», ha aggiunto Napolitano, avvertendo però la Lega, senza citarla - nel pieno di una manifestazione che segna il disgelo, a Varese, sull’Unità d’Italia - che se «qualsiasi preoccupazione è pienamente legittima e va rispettata, non potevamo e non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità».Maroni dal canto suo, nel dare la notizia che «per la prima volta 200 libici sono sbarcati in Italia, non a Lampedusa, ma a Catania, novità - ha sottolineato - non certo positiva», ha voluto ringraziare i cittadini lampedusani ha assicurato che «il governo esaminerà misure compensative per l’isola siciliana», aggiungendo che la nave San Marco della Marina militare si recherà subito nell’isola per evacuare un «numero significativo» di immigrati.E, accanto alle preoccupazioni geo-politiche e militari, l’emergenza clandestini resta al centro dell’iniziativa del nostro governo «Abbiamo chiesto che si riaffermi la solidarietà tra paesi europei in materia migratoria», sottolinea il ministro degli Esteri Franco Frattini, al termine di una riunione tra i ministri degli Esteri della Ue «Abbiamo chiesto - spiega - che venga fornito un supporto ai paesi più esposti», richiesta messa nera su bianco nel paragrafo 7 di un documento approvato al termine del vertice.«Unire accoglienza e sicurezza», auspica il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto. Ma la mano ferma sull’invasione migratoria diventa anche il nodo su cui ricostruire l’unità di intenti nella maggioranza sulla Libia, con Umberto Bossi che ha chiesto e ottenuto la linea dura nel prevenire gli sbarchi, anche con la Ue. Angelo PicarielloA LAMPEDUSA RADDOPPIA LA POPOLAZIONELampedusa non vuole la tendopoli, ma l’isola si è già trasformata in un enorme accampamento di immigrati. Basta guardarsi attorno per capire che non c’è più dove metterle quelle 5.400 persone che dal Nord Africa sono giunte sulle coste più meridionali d’Europa e che hanno fatto improvvisamente raddoppiare la popolazione delle Pelagie. Lampedusa, assieme a Linosa, conta circa seimila abitanti, e in questi ultimi giorni di emergenza sta scoppiando. Ci sono migliaia di migranti stipate nel centro d’accoglienza, che avrebbe solo 850 posti; altre migliaia accampate nella stazione marittima, costretta a dormire all’aperto, in situazione di precarietà igienica; altre centinaia di persone sistemate alla meglio su una collinetta. I pochi bagni chimici e le docce arrivati via nave non bastano per tutti. Di notte c’è freddo e umidità, di giorno si respira tensione fra gli immigrati che vorrebbero andare via e gli abitanti che non tollerano più questa situazione di abbandono. Oggi la nave San Marco dovrebbe arrivare a Lampedusa per ospitare in mare parte degli immigrati presenti sull’isola. Lo annuncia il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che aggiunge: «Entro un paio di settimane vareremo le misure compensative per quanto sta subendo l’isola di Lampedusa». Rassicurazioni che il sindaco, Bernardino De Rubeis, accoglie con ottimismo: «Tiriamo un sospiro di sollievo Siamo felici per la decisione del governo Berlusconi, che abusando un po’ della pazienza dei lampedusani, ha dimostrato grande vicinanza a questa terra».Nelle ultime 24 ore sono arrivati 1.470 immigrati con 13 diverse imbarcazioni, di cui 450 approdati nella scorsa notte e altri 40 migranti sbarcati in porto nel pomeriggio. Si fa fatica a tenere il conto. Una situazione esplosiva su cui interviene con forza anche il consiglio pastorale parrocchiale dell’isola, che ribadisce alcune posizioni sostenute nei giorni scorsi dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro. «L’arrivo in massa dei migranti deve essere al centro di un programma di accoglienza con la creazione di centri spalmati sul territorio italiano, in modo da non gravare solo sull’isola che rischia di trasformarsi in una polveriera - si legge in un documento -. Vanno perciò intensificate e accelerate le turnazioni per il trasferimento dei migranti in altre strutture». La parrocchia guidata da don Stefano Nastasi ha anche lanciato un appello “agli uomini di governo”, ai quali è stato ricordato che i lampedusani «sono più vicini alla Libia, più di qualunque cittadino italiano, e certamente più di chi siede su uno scranno di governo».I problemi di Lampedusa sono stati al centro di un incontro nella sede della Presidenza della Regione siciliana a Palermo tra l’amministrazione comunale dell’isola e il governatore Raffaele Lombardo. Nell’immediato l’amministrazione comunale chiede lo svuotamento dell’isola dai profughi, incrementando il ponte aereo, lo spostamento di una nave militare che faccia da navetta per i profughi, dirottandoli su altri porti, e la programmazione di una riunione del consiglio dei ministri a Lampedusa. Il Comune ribadisce il no alla tendopoli. Tra gli interventi anche la moratoria per mutui ed esenzione fiscale per il 2011 e la zona franca a fiscalità zero o di vantaggio, ma anche l’implementazione del pronto soccorso, il rifacimento delle strade e iniziative per la promozione del turismo. Alessandra Turrisi
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