martedì 22 febbraio 2011
Proseguono gli arrivi di migranti provenienti dalle coste della Tunisia, nonostante le avverse condizioni del mare. In mattinata i carabinieri ne hanno bloccati 43, che erano riusciti ad approdare sulla terraferma. Intanto fonte della Ue fanno sapere che ci sarà solidarietà con l'Italia, ma nessuna ipotesi di una distribuzione degli immigrati in altri Paesi.
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Proseguono gli sbarchi di migranti provenienti dalle coste della Tunisia verso Lampedusa, nonostante le avverse condizioni del mare. In mattinata i carabinieri ne hanno bloccati 43, che erano riusciti ad approdare direttamente sulla terraferma. Nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa si trovano meno di mille immigrati, dopo i massicci trasferimenti avvenuti a partire dal pomeriggio di ieri con un ponte aereo verso altri Cpt di Sicilia, Puglia e Calabria. Le condizioni meteo in peggioramento, con mare forza 6 e forti raffiche di maestrale, secondo la centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo dovrebbero tuttavia scoraggiare la partenza di altri barconi dalla Tunisia."Solidarietà " con il governo italiano, "disponibilità a fornire materiale umano e mezzi finanziari", ma non ci sarà alcuna apertura nei confronti di una distribuzione del fardello dell'immigrazione proveniente dai Paesi del Nord Africa. È quanto si apprende da fonti diplomatiche europee. Secondo le fonti, i governi del nord Europa hanno intenzione di mettere sul tavolo del Consiglio affari interni e giustizia (Gai), che si terrà giovedì e venerdì prossimi, la disponibilità a considerare la questione delle rivolte nei Paesi arabi come "un problema europeo", ma fanno notare che "un paese di 60 milioni di abitanti non può avere problemi a fronteggiare qualche migliaio di migranti". Inoltre osservano che "la legislazione europea è chiara": nel senso che la gestione degli immigrati, intesa come rimpatrio degli illegali e valutazione delle domande d'asilo, spetta al Paese in cui essi approdano. "Tra l'altro - osserva la fonte - l'Italia non ha voluto alcuno degli immigrati che sono arrivati a Malta. E a suo tempo la Germania non battè ciglio di fronte ai 300.000 che arrivarono nel paese al tempo della crisi nei Balcani". Un aiuto politico per alleviare la pressione sull'Italia potrebbe semmai arrivare con la disponibilità ad una azione comune dei 27 nei confronti dei Paesi di origine per "convincerli" a facilitare la riammissione degli espatriati.E sul fronte immigrazione c'è da registrare anche una battuta di Bossi: gli immigrati in fuga dal Nord Africa "intanto non sono arrivati e speriamo che non arrivino. Se arrivano li mandiamo in Francia e Germania...". Il leader del Carroccio risponde così ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se la Lega Nord "è preoccupata per l'arrivo di immigrati in fuga dal Nord Africa". Quanto alla Libia, "aspettiamo ordini dall'Unione Europea".A LAMPEDUSA SBARCHI CONTINUIEra l’alba di ieri mattina quando 131 adulti stipati su due barconi - il primo con 89 persone a bordo, il secondo 42 - approdavano nel porto di Lampedusa dopo essere stati soccorsi a poche miglia dall’isola da due motovedette della Guardia costiera. Le due imbarcazioni, vecchi pescherecci, erano state avvistate la sera prima da un aereo militare in servizio di pattugliamento nel Canale di Sicilia. Domenica c’erano stati altri due sbarchi, con l’arrivo di 73 immigrati, che si sono dichiarati tunisini. Sempre ieri si è avuto un terzo sbarco: altri 6 uomini sono stati soccorsi al largo di Lampedusa su una piccola barca in avaria che procedeva a remi.Sull’isola, che conta poco più di 5.500 residenti, attualmente si trovano, ospiti nel Centro di prima accoglienza, ancora circa 1.300 immigrati, che fanno parte di quella ondata di una settimana fa che in poche ore ha riversato sull’isola migliaia di tunisini.Anche se la Centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo ha rilasciato un bollettino di cattivo tempo con previsioni meteo-marine in netto peggioramento, mare forza sei e forti raffiche di maestrale, che dovrebbero scoraggiare la partenza di altri barconi, sull’isola resta alta e accesa la preoccupazione di nuovi e ben più consistenti arrivi, se si dovessero aprire i «rubinetti» libici.«Sì, siamo e sono seriamente preoccupato, per quello che potrebbe abbattersi sull’isola. Con la Libia in pieno caos e Gheddafi che dicono dileguato all’estero, salterebbero anche gli accordi tra Roma e Tripoli stipulati per frenare l’esodo clandestino da quella nazione - avverte il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis -. Il Paese sguarnito d’ogni autorità, il territorio senza più controlli alle frontiere, significa che dobbiamo solo prepararci ad affrontare eventuali ondate di umanità disperata. Il senso di apprensione che si respira sull’isola è anche la mia viva preoccupazione». E conclude: «A giorni si completerà nel suo insieme la missione "Frontex", uomini e mezzi, non solo navali, inviati sull’isola di Lampedusa per cercare di contrastare il fenomeno. Per affrontare l’emergenza immigrazione e ridurre il malumore che si respira proprio mentre stiamo preparandoci alla stagione estiva. Ho visto 5000 immigrati arrivare da noi in pochissimi giorni. Era una processione continua. Non riesco a immaginare quello che potrebbe accadere nella peggiore delle ipotesi. Ma effettivamente è preoccupante pensare a un ammassamento esagerato di persone in poche ore. La verità è che questa preoccupazione si avvicina sempre di più». Claudio Monici
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