"L'attuale governo Renzi è peggiore di quello di Berlusconi del 2011". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, dal palco di piazza del Popolo dove si è svolta la manifestazione del sindacato. "Siamo di fronte a un governo - ha detto Landini - che ha scelto come interlocutore la Confindustria e non a caso sta applicando
ciò che gli imprenditori gli hanno chiesto e sta proseguendo nel
solco dei governi precedenti e c'è anche un peggioramento
rispetto al governo Berlusconi. Difatti la lettera della Bce del
2011 chiedeva cose molto precise che, guarda caso, si stanno
realizzando oggi".
"La logica con cui questo governo si sta muovendo - ha aggiunto
Landini - è una logica padronale, pensando che la ripresa sia più
facile con i licenziamenti. Questi che sono al governo forse le
fabbriche le hanno viste in cartolina, ma non sanno cosa siano".
a Fiom di Maurizio Landini è scesa in
piazza a Roma contro il Jobs Act. Con lo slogan "Unions",
richiamo alle origini del movimento sindacale e alla lotta per
creare un fronte comune, Landini ha guidato la manifestazione che
si è conclusa in piazza del Popolo dove Landini ha attaccato le
politche sul lavoro del governo Renzi.
"Tutti devono avere lo statuto dei lavoratori - ha dichiarato
dal palco il segretario della Fiom - E questa battaglia la
dobbiamo fare noi che ancora quel diritto ce lo abbiamo, non
raccontiamoci balle. Dobbiamo farlo noi se vogliamo guardare in
faccia quei giovani che oggi entrano al lavoro e se vogliamo
guardare a un futuro diverso", ha concluso.
Rispondendo alle frecciate lanciate da Venezia dal numero uno di
Confindustria Giorgio Squinzi, il leader della Fiom ha detto che
sì quella di Roma è chiaramente una manifestazione politica. Poi
ha attaccato Renzi: "Sia sereno - ha detto - Abbiamo più consensi
del governo". Al corteo ha partecipato anche la leader Cgil
Susanna Camusso.
Pochi i rappresentanti del Pd. Presente Stefano Fassina per
colmare un "deficit di rappresentanza", ha dichiarato, visto che
"il governo Renzi è molto più vicino ai poteri forti" che ai
lavoratori. Gianni Cuperlo, ha solidarizzato a distanza, mentre
Pier Luigi Bersani si è tenuto alla larga come annunciato e
qualcuno come Cesare Damiano ha ufficialmente detto di non
condividere l'iniziativa.