venerdì 16 febbraio 2018
Il commissario Iorio: fermi, sequestri e anche il Daspo per chi brucia rifiuti
La sfida dello Stato nella Terra dei fuochi
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Cinque persone fermate per ricettazione, 36 denunciate per smaltimento illecito di rifiuti e altri reati ambientali, sanzioni per quasi 400mila euro, 50 sequestri di aziende, edifici, terreni e siti di trattamento illegale di rifiuti. È il risultato di cinque operazioni interforze promosse e coordinate dall’incaricato di governo per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania, il viceprefetto Gerlando Iorio, da novembre alla guida della struttura nata nel 2012 dopo la campagna di Avvenire sulla Terra dei fuochi.

Lo abbiamo raggiunto a Mondragone, Comune costiero casertano dove si è svolta l’ultima operazione, dopo Castel Volturno, Giugliano, Marcianise e Afragola, che ha coinvolto circa 90 uomini di Esercito, Polizia, Guardia di Finanza, polizia locale e provinciale. «L’obiettivo di queste operazioni – ci spiega il viceprefetto – è chi trasporta e sversa illecitamente rifiuti, ma soprattutto le aziende in nero che, in quanti tali, smaltiscono in nero i propri rifiuti».

Nell’area di Mondragone sono state controllate 7 imprese: 4, prive delle autorizzazioni per lo smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi, sono state sottoposte a sequestro penale e i titolari denunciati alla magistratura. Una delle aziende era già stata sequestrata ma aveva proseguito l’attività illecita. Uno dei siti veniva anche utilizzato per bruciare materiale plastico di scarto. Inoltre sono stati trovati 4 lavoratori in nero.

Sequestrati anche due terreni dove sono stati rinvenuti rifiuti pericolosi e il proprietario denunciato. Si è intervenuti anche in un complesso di tre palazzine all’interno del quale si svolgevano attività di raccolta e smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi (Raee, veicoli, scarti di lavorazioni dell’industria calzaturiera, materassi e mobili, matasse di cavi elettrici verosimilmente di origine furtiva) provenienti da aziende che lavorano in nero. Uno degli edifici veniva utilizzato come luogo di combustione, una sorta di inceneritore.

Un sistema di smaltimento “casalingo” che, come ci racconta Iorio, è stato scoperto anche a Castel Volturno. «Abbiamo trovato delle villette piene di rifiuti speciali, pericolosi e non, trasformate in veri e propri siti di smalti- mento illecito, dove alcuni immigrati trattavano rifiuti di imprese in nero, li imballavano e li caricavano su alcuni Tir, destinati a Paesi extraeuropei.

Gli scarti li buttavano in campagna e li bruciavano». Dunque i roghi non sono finiti. «Il calo è evidente, ma lo scorso anno c’è stata una ripresa. Questo ci preoccupa e quindi aumenteremo le attività». Ma ci sono anche altre situazioni che preoccupano e sulle quali si sta già intervenendo. Come le attività di rivendita di materiale edile. «Senza alcuna autorizzazione, come abbia scoperto a Marcianise, ricevevano rifiuti dell’edilizia e li trituravano, compreso l’eternit, per poi riutilizzarli per altri lavori».

E non finiscono qui le “sorprese”. A Giugliano sono stati sequestrati 150 chili di rame, frutto di furti o smaltimento illecito, nella casa della moglie di un camorrista al 41bis. E sempre a Giugliano dei 10 denunciati per reati ambientali ben 5 avevano precedenti per rapina, ricettazione e spaccio. C’è dunque ancora molto da fare, ma non bastano denunce e sequestri. Così Iorio ha preparato due riforme regolamentari. «La prima è la possibilità di emettere il Daspo anche nei confronti di chi viene trovato a smaltire i rifiuti vicino a luoghi sensibili come scuole, monumenti e aree verdi. Cominciamo a Castel Volturno e Giugliano che inseriranno questo Daspo nel proprio regolamento.

Avrà sicuramente un effetto deterrente e educativo in quanto gli inquinatori temono poco le sanzioni economiche mentre l’allontanamento sarà molto più efficace». L’altro intervento riguarda la possibilità di far cooperare la polizia provinciale di Caserta e quella della città metropolitana di Napoli, «per operare insieme nella zona di confine, una delle più difficili, quasi una zona franca».

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