martedì 25 agosto 2009
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Malta non ci sta. Fa sapere che la tragedia del barcone degli eritrei è avvenuta in acque libiche e replica al ministro degli Esteri italiano Franco Frattini: i primi a soccorrere gli immigrati superstiti siamo stati noi. È il vicepremier e capo delle diplomazia de La Valletta, Tonio Borg, a tornare con una nota trasmessa alla nostra ambasciata sulle circostanze del salvataggio dei cinque in mare nella zona di competenza maltese, sostenendo che «è stato un aereo del Frontex ( missione di pattugliamento Ue, ndr) basato alla Valletta a localizzare il gommone con cinque immigrati a bordo e che è stata la Guardia costiera maltese a raggiungere per prima il battello». Borg ribadisce, inoltre, la contrarietà alla posizione di Frattini sulla necessità di diminuire l’area di ricerca e soccorso di competenza maltese. Anche se questa « fosse stata più piccola » non si sarebbe evitata la tragedia dei 75 eritrei morti, «perché l’incidente, secondo quanto riferito dai migranti sopravvissuti, si è verificato fuori dall’area di competenza maltese e le autorità di Malta non ne erano per niente a conoscenza» , ha proseguito il responsabile del governo dell’isola mediterranea. La nota sottolinea infine che «la prima volta in cui il gommone è stato individuato dall’aereo Frontex si trovava ancora nelle acque libiche e che a bordo c’erano solo cinque persone». La nota riferisce poi le dichiarazioni del ministro dell’Immigrazione dell’ex protettorato inglese, Carmelo Misfud Bonnici, che ha ricordato come negli anni scorsi sul territorio dell’isola sino stati accolti 12.500 migranti in difficoltà. Tutte persone che, ha sottolineato, non hanno intenzione di fermarsi e che Malta ha accolto nel rispetto degli obblighi internazionali». Domenica il ministro Frattini era anche tornato sulla riduzione dell’estensione dell’Area di ricerca e salvataggio ( Sar), rivendicata da Malta, definendo «indispensabile per l’intera comunità internazionale» un accordo in tal senso. Però, ha ricordato il ministro italiano, le trattative proseguono da un decennio senza finora aver raggiunto risultati apprezzabili, perché «per negoziare si deve essere in due» . Riferendosi a queste prese di posizione, il ministro degli Esteri maltese ha bollato come «assurdo» il «pretendere che Malta sia chiamata a rispondere per eventi occorsi a sua insaputa al di fuori della propria Sar» e definisce «contraddittorio» sostenere una responsabilità maltese, e al contempo «chiedere una riduzione» della Sar.
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