giovedì 14 aprile 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Barricata doppia con­tro la riforma licen­ziata ieri sera tra mil­le polemiche. Dalle opposi­zioni parlamentari e dalla ma­gistratura sono arrivate criti­che e e perplessità. Non solo sul provvedimento contesta­to, che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani definisce «un passo verso l’abisso» fatto dal­l’esecutivo «nella coscienza degli italiani». Ma anche sul­l’ennesima esternazione del presidente del Consiglio Sil­vio Berlusconi sui giudici 'rossi'. Tanto che il vicepre­sidente del Csm Michele Viet­ti sente il dovere di ribadire, durante la riunione mattutina del plenum, che «la magistra­tura lavora per il Paese e non contro il Paese» e merita «il ri­spetto e la riconoscenza di o­gni cittadino e di ogni istitu­zione ». Parole inequivocabili a cui fa seguire la notazione sul fatto che «il presidente del­la Repubblica è costante­mente informato dei nostri la­vori e anche degli umori dif­fusi nella magistratura». An­che l’Associazione nazionale magistrati replica a Berlusco­ni lamentando uno «stillici­dio che fa male al Paese». Pa­rola del presidente Luca Pala­mara. Che, prima del sì defi­nitivo ormai nell’aria, parlan­do nel pomeriggio a Perugia, annuncia: «Valuteremo ini­ziative di protesta, ma so­prattutto faremo sentire la no­stra voce illustrando le rica­dute che queste norme a­vranno sul sistema». Intanto la prescrizione breve «difficil­mente potrà reg­gere a un vaglio di costituziona­lità », assicura il segretario del­l’Anm, Giuseppe Cascini. A metà pome­riggio arriva il primo sì alla norma sulla pre­scrizione breve. Davanti a Montecitorio, il sit-in del 'po­polo viola' lo accoglie con ur­la e boati. Si uniscono i parenti delle vittime della strage di Viareggio e del terremoto de L’Aquila. Tra i dimostranti an­che esponenti di Pd, Idv e Fli. Al sottosegretario Daniela Santanchè qualcuno lancia monetine e grida: «Venduta, vergognati!». Scene che si ri­petono a sera, all’uscita dei deputati. In particolare, toc­ca al leader della Lega Um­berto Bossi essere apostrofa­to al grido di «venduto». Clima surriscaldato anche in aula. Dove in risposta a un An­tonio Di Pietro scatenato che definisce la maggioranza «as­servita, irresponsabile che vende la propria dignità per un piatto di maccheroni», si leva un «mercedes, mercedes» (riferito a passate vicende del­l’ex pm). Si sen­te un clima po­st- Mani pulite, insomma. «Do­po 20 anni sia­mo tornati da­vanti al tribuna­le di Milano con la gente sul marciapiede», sintetizza il lea­der dell’Udc Pier Ferdinan­do Casini. Il quale critica i provvedimenti ad personam, che anche a suo giudizio non supereranno il vaglio di costi­tuzionalità. Tranchant il fi­niano Benedetto Della Vedo­va che parla di «Parlamento umiliato». Infine, l’ex ministro della Giustizia Piero Fassino parla di un provvedimento «devastante», perché «ci sa­ranno 15mila processi che non arriveranno alla fine».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: