Terremoto, Marche, due anni dopo. La terra non trema più, le istituzioni sì, per le irregolarità nella gestione degli appalti e dei lavori sulle cosiddette “Sae”, le soluzioni abitative d’emergenza per gli sfollati. A gettare la regione nel caos il blitz della Guardia di finanza, disposto ieri dalla Procura di Ancona, con le perquisizioni negli uffici della Protezione civile, dove sono stati sequestrati documenti e il computer del capo regionale, David Piccinini.
Che al momento è anche iscritto nel registro degli indagati (il reato ipotizzato sarebbe abuso d’ufficio), insieme a 3 suoi funzionari. Tutto comincia a dicembre, con il dossier della Cgil di Macerata, quando il segretario provinciale Daniel Taddei e il responsabile provinciale Fillea, Massimo De Luca, alzano il velo sulla “giungla dei cantieri delle casette”, partendo dalla scoperta di un infortunio non denunciato: a ciò si aggiungono rapidamente altre irregolarità, tra cui – denunciano i sindacati – ore lavorate e operai non dichiarati, persone non retribuite, forte sospetto di caporalato e rischio di infiltrazioni mafiose.
In seguito al dossier Cgil la procura di Macerata apre un primo fascicolo. Emerge anche la presenza di un lavoratore clandestino, che aveva scelto di autodenunciarsi alle forze dell’ordine pur di poter raccontare le condizioni in cui lavorava nei cantieri. Il tutto mentre nelle Marche si porta a termine la consegna delle casette (circa 1.900 quelle richieste, e ormai quasi tutte arrivate). Le Procure a indagare sulle irregolarità nell’appalto delle casette – per le Marche è stato vinto, oltre che da Cns, dal consorzio Arcale, che si è occupato della maggior parte dei moduli abitativi destinati alla regione nell’ambito di un accordo quadro nazionale con la Protezione civile – ora dunque sono due.
«Noi abbiamo avuto due contatti formali con Regione e Protezione civile. Il primo a dicembre scorso, con l’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti, dopo la prima denuncia, e il secondo a marzo, in un incontro con Sciapichetti e Piccinini – sostiene proprio Taddei della Cgil –. Il fatto quindi che ora cadano dalle nuvole ci lascia stupefatti: la Regione sapeva». Già a dicembre d’altronde i sindacati avevano informato della presenza nei cantieri di aziende non iscritte all’anagrafe antimafia e di gravi irregolarità nella catena del subappalto, come la manodopera distaccata (un fatto segnalato anche dall’Anac di Cantone in due cantieri Sae di Norcia), segnalando in particolare la rete intricata di subappalti composti da consorzi e reti di imprese. Nelle Marche è stato anche siglato un accordo, a novembre, che prevede uno scambio informativo tra le procure e l’Anac contro le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri aperti in seguito al terremoto: prevede, cioè, la condivisione di informazioni tra le procure di Macerata, Fermo e Ascoli, la direzione distrettuale antimafia di Ancona e l’Anac.
E sempre sulla ricostruzione che verrà, già nei mesi scorsi il procuratore generale delle Marche, Sergio Sottani, aveva dichiarato che il rischio di infiltrazione mafiosa nella regione è sempre più concreto. A far alzare la guardia, aveva detto Sottani, alcuni segnali della fase emergenziale post-sisma come, appunto, «l’inchiesta della Procura di Macerata sul caporalato avviata su segnalazione delle organizzazioni sindacali». Fiducioso, invece, sul controllo delle attività legate al sisma e sul lavoro dei magistrati il governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli: «L’inchiesta della procura di Ancona dimostra che non c’è un aspetto che non venga guardato, dai Cas (Contributi di autonoma sistemazione) fino alle pratiche dei funzionari della Regione» ha commentato, spiegando che gli avvisi di garanzia «sono un segno di attenzione, ma non una sentenza.
Da una parte dobbiamo evitare che il fenomeno sisma apra le porte del nostro territorio a chi vuole approfittarsene, dall’altra dare la massima garanzia a chi lavora, e credo che lo faccia con massimo impegno e onestà». No comment invece su Arcale, con cui la stessa Regione è stata spesso in polemica per i ritardi nel completamento delle Sae: «Abbiamo commentato tante volte – ha detto Ceriscioli –, a mio giudizio la logica dell’emergenza impone atteggiamenti diversi, non voglio dare giudizi oltre questo. Ogni volta che abbiamo visto dei ritardi li abbiamo segnalati, abbiamo detto che un cantiere che lavora per far rientrare a casa dei cittadini non può essere fatto con una logica ordinaria, serve un impegno straordinario».