
La strage di piazza della Loggia a Brescia - ANSA
Trent’anni: è la condanna inflitta dal tribunale dei minori di Brescia a Marco Toffaloni, ex estremista di destra veronese. Per i giudici è uno degli esecutori della strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, di matrice neofascista (e non solo), che ha provocato 8 morti e oltre cento feriti. La sentenza di primo grado è arrivata dopo quasi otto ore di camera di consiglio. L’imputato, oggi 67enne e cittadino svizzero, all’epoca non ancora 17enne, non era presente in aula così come non lo è mai stato durante tutto il processo. L’accusa aveva chiesto 30 anni di carcere, il massimo previsto nei processi minorili, la difesa aveva invocato l’assoluzione.
«È solo il primo passo, naturalmente, perché bisogna aspettare gli altri gradi di giudizio, aspettare le motivazioni. Comunque, per me, la cosa principale, a parte le responsabilità individuali, è che è venuta fuori la verità del contesto», ha sottolineato Silvio Bonfigli, magistrato ora a capo della procura di Cremona che, assieme alla collega Bressanelli, ha rappresentato l’accusa nel processo a carico di Marco Toffaloni. «Questa è la verità processuale che lentamente, anche se inesorabilmente, si avvicina a quella storica. Di certo - ha aggiunto Bonfigli - se tutti avessero fatto il loro dovere ad agosto del 1974, questo sarebbe stato un caso risolto».
Una sentenza «estremamente importante - ha commentato Manlio Milani, presidente della Casa della memoria, che nella Strage perse la moglie Livia Bottardi -. Oggi, però, sento davvero il peso del tempo che è passato. Questa condanna certifica che tutti sapevano chi fossero i colpevoli tre giorni dopo, aspettare 51 anni è una cosa che mi sconvolge, mi riempie di dubbi, mi lascia perplesso. Perché non si è cercato di impedire tutto quello che è successo dopo?».
Un verdetto importante «perché riconosce la responsabilità nella Strage di un esecutore - ha sottolineato Alfredo Bazoli, senatore e figlio di Giulietta Banzi Bazoli, una delle vittime dell’eccidio -. Un tassello mancante che si inserisce al centro un quadro storico processuale che già aveva visto la condanna di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte». Maggi (poi scomparso nel 2018) e Tramonte sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo perchè ritenuti dai giudici i mandanti della Strage. Per la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, «la strage di piazza Loggia ha avuto una matrice neofascista ed eversiva, con il concorso di organi di Stato deviati. La sentenza che vede Marco Toffaloni condannato a trent’anni di carcere rappresenta non solo un punto di arrivo di un lungo percorso giudiziario, ma anche un momento significativo nella nostra continua e incessante ricerca di giustizia e verità».
A far emergere il nome di Marco Toffaloni, nel 2011, fu un suo amico, collaboratore di giustizia, il padovano Giampaolo Stimamiglio. «Anche a Brescia gh’ero mi», gli avrebbe detto Toffaloni, riferendosi alla strage di piazza della Loggia. Ad appesantire la posizione di Toffaloni c’è anche una fotografia, in cui il volto del giovane sembra spuntare tra la folla in piazza della Loggia, poco dopo l’esplosione. Una perizia antropometrica avrebbe confermato che è proprio lui il ragazzo ritratto. Eppure il «registro delle assenze generali» (il registro di classe non è stato trovato) del Fracastoro, quella mattina lo dava presente a scuola a Verona. Ma ciò, secondo gli inquirenti, «non consente di stabilire, con certezza assoluta, l’effettiva permanenza del medesimo in aula e per tutta la durata delle lezioni giornaliere».
Quella di oggi è stata una data importante, ma non è l’unica, in questi giorni, nella ricerca della verità giudiziaria che ancora manca sulla strage di piazza Loggia. In Corte d’assise è in corso il processo a Roberto Zorzi, già estremista di destra, che ora vive negli Stati Uniti. Nel processo a suo carico - è ritenuto dall’accusa un altro presunto mandante - molto importanti si riveleranno le due udienze del 7 e del 15 aprile, quando a deporre sarà chiamata Ombretta Giacomazzi, considerata dall’accusa testimone fondamentale nei processi a Toffaloni e Zorzi.
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