Uno sbarco - Ansa
Quello dei migranti e della loro accoglienza, rilanciato in queste ore con apprensione da diversi sindaci in diverse parti d'Italia, è un tema da affrontare con una «politica concertata» e attraverso un intervento «globale, almeno da parte dell’Europa». Così, parlando al Meeting di Rimini, il segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi.
Soffermandosi sugli arrivi continui e sulle attuali difficoltà degli enti locali, il presule ha aggiunto che «tutto ciò richiede una politica concertata, almeno da parte dell'Europa». Di fronte ad un fenomeno globale, ha osservato, «come può la risposta non essere altrettanto coordinata e globale? L'idea di mettere assieme le istituzioni nazionali, gli enti locali, le organizzazioni, anche della Chiesa e del Terzo settore», può aiutare a «sperimentare un modo concertato di affrontare una situazione che rischia di essere di emergenza».
A giudizio di monsignor Baturi, sul versante migratorio, «il primo intento è di salvare vite, quindi di accogliere chiunque venga nel nostro territorio per cercare un futuro migliore. La Chiesa mette a disposizione, lo ha sempre fatto con generosità attraverso le strutture della Caritas, nelle diocesi, nelle congregazioni religiose, la propria possibilità di accoglienza». Il secondo passo «è la cosiddetta integrazione. Non è, in verità, un sostantivo molto felice – ha puntualizzato l’arcivescovo – ma significa aiutare le persone che accogliamo a sentirsi parte di questa società, a sentirsi parte di questo popolo».
Ciò che «significa un’attenzione alla cultura, alla lingua, al rispetto e alla possibilità di espressione delle tradizioni sociali». Una modalità, ha concluso Baturi, che «permetterebbe a loro di esprimere la propria identità e al popolo italiano di avere meno paura perché la conoscenza a questo livello può diventare motivo di ricchezza».
L’intervento arriva mentre la quota di migranti in Italia, dall’inizio dell’anno, ha superato quota 105mila. Anche nell'ultimo weekend il flusso di arrivi è stato costante così come la presenza di minori non accompagnati: tra sabato e domenica ne sono sbarcati quasi in duemila (1.902). Una cifra che porta il dato complessivo dal primo gennaio a 12.188: «A metà agosto il numero dei ragazzi soli arrivati per via mare era già lo stesso che in tutto il 2021 – è il monito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti –. Non hanno adulti di riferimento e hanno spesso alle spalle storie e viaggi terribili. È un loro diritto essere accolti e per questa ragione i Comuni vanno posti nella condizione di farlo al meglio». In materia di assistenza, la garante ha affermato che il governo sta attivando 15 centri Fami destinati ai minori non accompagnati.
Una iniziativa legata all'impennata di arrivi delle ultime settimane: a Villa Sikania, nell'Agrigentino, il centro minori è sovraffollato tanto che il responsabile ha chiesto alla prefettura che l'Ufficio minori tenti di affidarne quanti più possibile ad altre comunità, in modo da rientrare nel limite di 150. A Modena, in vista dell'arrivo di almeno 50 minori, la prefettura ha avviato con avviso pubblico un'indagine di mercato per l'affidamento del servizio di accoglienza in strutture della provincia. E sono 1.051 i migranti, fra cui 280 minori non accompagnati, ospiti dell’hotspot di Lampedusa da dove sono stati trasferiti in 439.
Proprio sulla gestione dei minorenni era esplosa, domenica, la polemica a distanza tra il Viminale e gli amministratori locali. Fonti del ministero l’hanno definita «surreale» perché «la mancata adozione dello stato di emergenza ha ritardato alcuni interventi sul territorio».
Ma ieri l’Anci con Matteo Biffoni, responsabile immigrazione e sindaco di Prato, ha rimandato al mittente l’accusa di posizioni ideologiche e di non voler fare accoglienza: «Queste fonti dovrebbero parlare con i sindaci, non con i sindaci Pd, ma tutti e in tutta Italia visto che anche dove le Regioni hanno firmato l’accordo con il ministero dell’Interno, come Veneto e Lombardia, i sindaci denunciano una situazione fuori controllo».
La protesta è estesa, da Sud a Nord, dalla Puglia a Milano - «nel capoluogo lombardo si concentra un decimo dei minori di migranti», ha comunicato Palazzo Marino -, da Bologna a Bergamo (dove il sindaco Giorgio Gori ha annunciato un ricorso al Tar per far pagare le spese allo Stato e ha fatto sapere che «tutte le nostre strutture sono sature»).
Per Fdi, però, le «posizioni del sindaco di Prato appaiono funzionali al suo ruolo di responsabile immigrazione del Pd più che a quello di delegato dell’Anci». Dal canto suo, per bocca del presidente dei deputati, Paolo Barelli, Forza Italia ha evidenziato che «il governo ha coinvolto l’Europa. Questa pressione crescente, se non dovesse essere fermata, tenderebbe a destabilizzare l’Europa, partendo da quei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia in primis».
L’esecutivo nel frattempo sta pensando a meccanismi più stringenti sui rimpatri e ad un turn over nelle strutture di accoglienza straordinari (Cas) per i quali sarà effettuata una sorta di censimento. Ad oggi ospitano 110 mila persona: obiettivo del Viminale è verificare quanti siano ancora i soggetti con i requisiti per ottenere assistenza.