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«Se Firenze fosse la nuova Bologna…». Il pensiero corre lungo le vie medioevali della città culla del Rinascimento, anche se in pochi hanno il coraggio di dirlo esplicitamente. Il già “feudo rosso”, abituato da 60 anni a giunte di centrosinistra (l’ultima a non esserlo fu quella di Giorgio La Pira), potrebbe divenire la sorpresa più clamorosa di questa tornata amministrativa. Sulla scia di Bologna che, dopo decenni di sindaci rigorosamente di marca Pci/Pds, nel 1999 si risvegliò guidata da Giorgio Guazzaloca, il macellaio colto di centrodestra.
Stavolta il protagonista, il potenziale uomo del destino di una vicenda che quasi di sicuro si risolverà al ballottaggio, può far sfoggio di una cultura ancora maggiore: perché è Eike Schmidt, il 56enne ex direttore della galleria degli Uffizi, funzionario tedesco (originario della Foresta Nera) divenuto italiano a novembre 2023 a seguito delle nozze con la storica dell’arte Roberta Bartoli. È a lui che, facendo un consapevole passo di lato che va loro riconosciuto, i partiti della maggioranza nazionale si sono rivolti per tentare il “grande ribaltone” contro una psicoterapeuta clinica, ma anche una candidata espressione del classico apparato di partito, la dem Sara Funaro, 48 anni, scelta abiurando alle primarie e assessore uscente della giunta Nardella che, da parte sua, eletto per la prima volta nel 2014 (ricevendo il testimone da Matteo Renzi), non potendosi più presentare dopo due mandati consecutivi ha deciso di candidarsi alle Europee. Lo studioso innamorato (come tutti) di questa città, sprezzantemente definito dagli ambienti dem «il tedesco che lavora a Napoli» (perché dopo gli Uffizi è divenuto direttore del museo di Capodimonte, incarico da cui si è messo in aspettativa) ma anche il «candidato di una destra illiberale», contro la nipote di Piero Bargellini, storico sindaco fiorentino ai tempi dell’alluvione del 1966, nonché cugina di Lorenzo “Mao” Bargellini, anima del Movimento fiorentino di lotta per la casa, scomparso sette anni fa.
Una sfida che appassiona, d’altronde Firenze è la città più popolosa che andrà al voto, coi suoi 360mila abitanti. Schmidt non ha perso tempo a calarsi nel ruolo del politico, anche con uscite da guascone come quando ha detto «io cercherò di vincere al primo turno», con uno stile che non gli ha risparmiato qualche scivolone, del tipo del volantino con la scritta “Firenze non è Torre del Greco”, che voleva ricordare le origini di Nardella, ma ha finito con l’attirarsi strali da tutte le parti. Sul suo nome, comunque, il centrodestra ha ritrovato un’unità che aveva perso nel 2019 e ora punta al ballottaggio (l’ultima volta ci arrivò nel 2009, con Giovanni Galli contro Renzi), confidando nell’appoggio decisivo di chi al primo turno voterà per i renziani. Sara Funaro, infatti, sostenuta da Pd, Avs, +Europa, Azione, dalla civica “Funaro sindaco” e dalle liste “Centro” e “Anima Firenze”, non è riuscita a ricevere il sostegno di Italia Viva, che ha puntato su Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana, appoggiata anche da Psi e Libdem. Saccardi è scesa in campo a dicembre 2023, dopo che Renzi aveva chiesto invano ai dem di fare le primarie per un candidato comune: primarie che erano state chieste pure da Cecilia Del Re, ex assessore nella giunta Nardella, che puntava anch’essa alla poltrona di sindaco. Corre per conto suo anche il Movimento 5 Stelle con Lorenzo Masi, attuale vicecapogruppo in Consiglio comunale del partito di Giuseppe Conte. Completano lo schieramento altri 5 candidati: Francesco Zini (Firenze Cambia), Andrea Asciuti (PdF, Firenze Vera e Indipendenza) e poi Francesca Mazzacca, Dmitrij Palagi Gabriellovic e Alessandro De Giuli.
Come temi della campagna spiccano la sicurezza, con la questione del parco delle Cascine che si vuol rendere di nuovo fruibile, e la mobilità. Sul primo punto già Schmidt e Nardella diedero vita a un forte scontro ai tempi degli Uffizi, per la vigilanza privata nella zona museale. Temi-chiave per una possibile risalita del centrodestra, peraltro. Tuttavia, alle politiche 2022 il centrosinistra aveva ancora una maggioranza netta. Da qui l’incertezza. Che anima queste giornate sui colli fiorentini. A domenica sera per il verdetto.