Chiesti 20 anni di reclusione e altri 6 di
ospedale psichiatrico giudiziario come misura di sicurezza per Adam Kabobo,
il ghanese che lo scorso 11 maggio ha ucciso con un machete tre passanti:
Daniela Carella di 21 anni, Alessandro Carolé di 40 ed Ermanno Masini di 64.a richiesta è stata formulata dal
pubblico ministero Isidoro Palma nel procedimento con rito abbreviato davanti
al giudice per l'udienza preliminare Manuela Scudieri, in cui il Comune si è
costituito parte civile accanto ai familiari delle vittime. Il pm ha chiesto
per Kabobo oltre al carcere, la misura di sicurezza di 6 anni da trascorrere
in una casa di cura e custodia una volta espiata la pena. A quanto si
apprende, Palma nel quantificare la pena ha calcolato come unico sconto solo
quello previsto dal rito scelto e dalla semi infermità mentale diagnosticata
dal perito che lo ha ritenuto comunque parzialmente capace di intendere e di
volere al momento del fatto malgrado soffra di schizofrenia paranoide. Palma
nella sua discussione ha indicato tre possibili moventi per quanto commesso
da Kabobo: il "rancore verso la società da cui si sentiva escluso"; la
"finalità depredatoria", visto che dopo aver ucciso i passanti, li ha
rapinati del cellulare; e "l'esigenza di attirare su di sé l'attenzione".
Infine il magistrato ha sottolineato che l'imputato "ha agito con lucidità
malgrado la schizofrenia di cui soffre, perché quando una delle sue vittime
è scappata dentro a un portone, lui ha cambiato obiettivo".
In questo procedimento Kabobo è accusato dei tre omicidi aggravati e rapina,
mentre le accuse di lesioni su altri due passanti che sono riusciti a
salvarsi, sono state stralciate e sono ancora in fase di indagini.
La sentenza sarebbe prevista per il pomeriggio, ma in l'udienza ha subito
un'interruzione per un problema di interprete che non aveva detto di non
essere in grado di tradurre il dialetto dell'imputato nel caso intenda
rilasciare dichiarazioni. Ora il procedimento è ripreso e la parola passa ai
legali di parte civile e dopo ai difensori.