lunedì 2 marzo 2009
Storico incontro a Sirte tra Berlusconi e Gheddafi per l'ultimo passo del Trattato di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia. Previsti 5 miliardi di dollari di investimenti in 20 anni per infrastrutture nel paese libico e la cooperazione nella lotta all'immigrazione clandestina.
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"Ancora e formalmente accuso il nostro passato di prevaricazione sul vostro popolo e vi chiedo perdono". Con queste parola il premier Silvio Berlusconi ha rinnovato stasera davanti al Congresso generale del popolo libico a Sirte le scuse per il passato colonialista italiano, proprio nel giorno in cui il Parlamento libico ha dato il via libera definitivo all'accordo di amicizia e cooperazione tra Roma e Tripoli firmato lo scorso agosto a Bengasi.Il presidente del Consiglio è intervenuto, accanto al colonnello Muammar Gheddafi, davanti al Congresso generale in  occasione di quello che in gergo diplomatico si chiama lo 'scambio degli strumenti di ratifica' (anche il Parlamento italiano, da parte sua, ha infatti recentemente ratificato l'accordo)."Il passato che con questo trattato vogliamo mettere alla spalle - ha rimarcato ancora Berlusconi tra gli applausi degli presenti - è un passato di cui noi, figli dei figli, sentiamo una colpa di cui chiedervi perdono": "Nessun popolo - ha aggiunto infatti il premier - può avere il diritto di sottomettere e governare un altro popolo, sottraendogli la propria cultura e le proprie tradizioni"."Accettiamo le scuse dell'Italia" per l'occupazione colonialista - ha risposto il colonnello GHeddafi -  "e prego tutti i  libici di vincere i propri risentimenti e tendere la mano ai loro amici italiani in un rapporto paritario di rispetto reciproco". E ha poi concluso dicendo: "Giriamo questa pagina nera e cominciamo una nuova era". Si conclude così l'iter del 'Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione' che mette la parola fine al contenzioso sul passato coloniale italiano in Tripolitania e Cirenaica e si apre un'epoca di cooperazione in campo economico - soprattutto energetico e nel settore delle infrastrutture - e di lotta all'immigrazione clandestina.Prima del discorso al Congresso il premier Silvio Berlusconi ed il Colonnello Gheddafi si sono incontrati sotto una tenda, in un colloquio di circa 40 minuti.. L'Italia finanzierà la realizzazione di infrastrutture sul territorio libico per una spesa complessiva di 5 miliardi di dollari (circa 4 miliardi di euro) nell'arco di 20 anni. L'esecuzione delle opere, che saranno concordate da un comitato paritetico, sarà affidata a imprese italiane. Ecco in sintesi i punti salienti dell'accordo:Più Ires per l'Eni che finanzia accordo. L'Eni, in qualità di principale operatore nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, dovrà versare un'addizionale all'imposta sul reddito delle società (Ires) pari al 4% dell'utile prima delle imposte. Tale addizionale è dovuta dal 31 dicembre 2008 al 31 dicembre 2028, coprendo così la durata ventennale del rimborso di 5 miliardi di dollari.Immigrazione: Italia controlla frontiere terrestri Libia. Investimenti per 5 miliardi di dollari in cambio di un rinnovato impegno della Libia a collaborare nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, obiettivi peraltro già stabiliti dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Per contrastare l'immigrazione clandestina, è previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia, per l'altra metà sarà chiesto un concorso di spesa dell'Unione europea.Da Italia 200 abitazioni e restituzione reperti archeologici. L'Italia si impegna a realizzare alcune iniziative speciali tra le quali la costruzione di 200 abitazioni, l'assegnazione di 100 borse di studio universitarie e post-universitarie a studenti libici, la cura delle persone colpite dallo scoppio di mine in Libia presso istituti italiani, il ripristino del pagamento delle pensioni di guerra ai titolari libici e la restituzione di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in  epoca coloniale.150 milioni a esuli italiani e visti per tornare in Libia.  Gli italiani espulsi dalla Libia nel 1971, dopo che il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato che detronizzò re Idriss, potranno tornarvi con un visto turistico, ma anche per lavoro o per altre finalità. Agli esuli dalla Libia si riconosce un indennizzo complessivo di 150 milioni da corrispondere nella misura di 50 milioni all'anno dal 2009 al 2011. Manovre militari congiunte e accordi industria difesa. Con successive discipline saranno definiti i tempi e i modi per lo svolgimento di manovre congiunte e scambio di esperti e tecnici. La collaborazione in questo settore riguarda anche le industrie militari. Italia e Libia si impegnano anche a collaborare nel settore della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e del disarmo.
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