mercoledì 21 settembre 2011
Nel 2010 stimati 24.63.000 lavoratori in Italia, in calo rispetto al 2009. E più di due milioni e mezzo sono lavoratori irregolari. Il comparto dei servizi è quello più esposto, in particolare per commercio e servizi domestici.
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Una persona su dieci in Italia lavora in modo non regolare. Lo rileva l'Istat rendendo noti i dati relativi al 2010, quando gli occupati irregolari erano stimati in 2.548.000 (il 10,3%). Il mancato rispetto della normativa fiscale-contributiva avrebbe invece riguardato, nel 2010, 2.101.200 dipendenti (l'11,1% del totale) e 446.000 indipendenti (il 7,7% del totale di questi lavoratori). Nel complesso nel 2010 erano occupate, secondo l'Istat, tra regolari e irregolari, 24.643.000 persone con un calo di 196.000 unità rispetto all'anno prima. Il calo è stato dovuto quasi esclusivamente all'occupazione regolare (191.000 occupati in meno) mentre l'occupazione irregolare è rimasta stabile. Il comparto nel quale c'è il maggior numero di occupati irregolari è quello dei servizi con 1.792.000 lavoratori irregolari (il 10,6% del totale del settore), in lieve calo sul 2009 (erano 1.822.900). Nell'industria il lavoro irregolare si limita al 5,7% e 384.000persone. Se si considera poi l'industria in senso stretto, escludendo quindi le costruzioni, la percentuale scende al 4,4% ma rappresenta il valore più alto degli ultimi 9 anni. Tra i servizi restano ad alto rischio di irregolarità il commercio (444.500 lavoratori irregolari pari al 7,4% degli addetti del settore), l'intermediazione immobiliare e le altre attività di servizi (oltre un milione i lavoratori irregolari nel 2010) ma soprattutto i servizi domestici presso le famiglie. Per questi non c'è il dato aggiornato fino al 2010 ma negli ultimi anni la percentuale di lavoro sommerso è stata ampiamente al di sopra del 50% del totale.
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