giovedì 30 agosto 2012
​Secondo "Panorama" nelle telefonate con Mancino sarebbero stati espressi «giudizi e commenti taglienti su Berlusconi, Di Pietro e parte della magistratura inquirente di Palermo», e sarebbe in corso un tentativo di "destabilizzare" il capo dello Stato. La solidarietà di Mario Monti e del  ministro Severino. Il ministro Cancellieri: chi offende Napolitano offende il popolo italiano.
COMMENTA E CONDIVIDI
Si infiamma la politica sull'indagine della Procura di Palermo sulla trattativa Stato-mafia. Nell'occhio del ciclone, ancora una volta, le intercettazioni delle telefonate tra l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In quelle telefonate, riporta il settimanale "Panorama", sarebbero stati espressi «giudizi e commenti taglienti su Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro e parte della magistratura inquirente di Palermo». La tesi del settimanale è che sia in corso, da parte dei "giustizialisti" (così vengono definiti nell'articolo) che stanno attaccando Napolitano, un tentativo di «destabilizzare il capo dello Stato», in un momento delicatissimo della vita politica italiana. La decisione del Presidente della Repubblica di sollevare il conflitto di attribuzioni di fronte alla Corte Costituzionale sarebbe quindi mirata a fare sì che le intercettazioni possano essere rivelate non prima del 2013, «magari con un nuovo inquilino al Quirinale. Quando cioè le frasi di Napolitano, se fossero rese pubbliche, risulterebbero comunque prive del loro attuale potenziale esplosivo». La replica del presidente Giorgio Napolitano non si fa attendere. «La pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter "ricattare" il Capo dello Stato» è «risibile».Con una nota il Quirinale respinge «ogni torbida manovra destabilizzante», attaccando quella che viene definita «una campagna di insinuazioni e di sospetti», la quale, prosegue il comunicato, «ha raggiunto un nuovo apice con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il Capo dello Stato e il senatore Mancino».
Solidarietà a Napolitano sono arrivate dalle più alte cariche dello Stato, A partire dal capo del governo. "Il presidente del Consiglio Mario Monti ha oggi espresso al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso di un colloquio telefonico, la piena e profonda solidarietà sua personale e dell'intero governo, difronte alle inaccettabili insinuazioni comparse sulla stampa. Si è di fronte con tutta evidenza a uno strumentale attacco contro la Personalità che costituisce il riferimento essenziale e più autorevole per tutte le istituzioni e i cittadini". È quanto si legge in una nota di palazzo Chigi.
"Chi offende l'immagine di Giorgio Napolitano fa un'offesa al popolo italiano. Da parte mia c'è il massimo dell'indignazione". Lo dice il ministro Annamaria Cancellieri rispondendo a una domanda dei giornalisti durante una conferenza al Viminale dopo un incontro con le associazioni che si occupano di beni sequestrati alla mafia. Le allusioni sul ruolo del presidente della Repubblica nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa stato-mafia, aggiunge il titolare dell'Interno, "la trova una cosa di enorme gravità. Ogni cittadino deve provare un senso di disprezzo per quello che sta accadendo"."Manifesto la mia più piena solidarietà al Capo dello Stato che subisce oggi l'ennesima campagna di insinuazioni e sospetti sul perchè si è fatto carico, nell'esclusivo interesse dell'istituzione e nel pieno rispetto della correttezza procedurale, di chiedere alla Corte Costituzionale una pronuncia sul regime processuale delle intercettazioni di conversazioni che abbiano tra gli interlocutori il Presidente della Repubblica". Lo afferma il ministro della Giustizia Paola Severino in una nota.
«Le regole del diritto sono state calpestate, ancora una volta, ed in questo caso le intercettazioni indebitamente raccolte e poi pubblicate riguardano addirittura conversazioni del Capo dello Stato - è il commento di Franco Frattini (Pdl) -. Intercettazioni che si dovevano distruggere subito, e non raccogliere per ulteriori valutazioni, e che, come in molti altri casi, anzitutto nei confronti di Berlusconi premier, sono finite sui giornali».
Diametralmente opposta la posizione del leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che attacca invece la decisione di Napolitano di ricorrere alla Corte Costituzionale sul caso intercettazioni: «Il problema non sono le critiche a me o a qualcun altro, ma da capo del Csm deve rispettare il ruolo dei magistrati - dice Di Pietro, invitando il Presidente della Repubblica a ritirare il ricorso -. La colpa è sua e non è di chi pubblica le telefonate».
Pier Ferdinando Casini (Udc) definisce invece «una cosa primitiva e non consona ad una società liberale» il fatto che «le intercettazioni private vengano sbattute sulle pagine dei giornali».Solidarietà a Napolitano anche dai presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani: il Capo dello Stato, scrivono in una nota congiunta, «sta svolgendo un ruolo essenziale affinché la vita politica e sociale del Paese riconquisti condizioni di rinnovamento e di stabilità».Quelle di Napolitano sono parole «nette, forti e inequivocabili», commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Evidentemente c'è chi pensa di poter intimidire un punto di riferimento fondamentale per la nostra democrazia. Non ci riuscirà»Intanto, il procuratore di Palermo Francesco Messineo, a proposito della pubblicazione su Panorama di una ricostruzione delle telefonate tra Napolitano e Mancino, afferma: «Valuteremo, quando avremo acquisito tutti gli elementi utili, se aprire un'inchiesta sulla fuga di notizie perché è evidente che c'è stata una rivelazione di cose coperte dal segreto istruttorio». "Confermo che le telefonate intercettate non sono mai state trascritte. E d'altra parte non c'è bisogno di trascriverle per poterne conoscere e valutare il contenuto. Basta ascoltarle", ha aggiunto Messineo. In serata Gianni Letta si è recato al Quirinale per portare "la solidarietà" al presidente della Repubblicasmentendo le ricostruzioni giornalistiche sulle intercettazioni che definisce "arbitrarie, ingiuste e assolutamente lontane dalla verità".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: