Nodo intercettazioni, il ministro dell’Interno Roberto Maroni prova a rassicurare. «La nuova normativa – ha detto il numero uno del Viminale ieri a Varese per il vertice dei G6 sui temi della sicurezza – non pregiudica per nulla le attività investigative nei confronti della criminalità organizzata. Non c’è nessun ostacolo, dal mio punto di vista io sono tranquillo». Ma su questo provvedimento, dove il governo sembra compatto, la maggioranza in aula, prepara alcuni correttivi, soprattutto a riguardo del rispetto del diritto di cronaca, che tuttavia non sembrano cambiare il dispositivo pensato.Undici, quindi, gli emendamenti presentati da Pdl e Lega, che poi ieri sera sono apparsi sul sito del Popolo della libertà al Senato
(www.pdlsenato.it). Il Carroccio dice di approvarli e spiega con il suo capogruppo a Palazzo Madama Federico Bricolo «di condivide tutti gli emendamenti presentati a prima firma Gasparri, che rappresentano una soluzione equilibrata tra il diritto di cronaca e quello alla riservatezza dei cittadini. Attendiamo l’inizio dell’esame in Aula auspicando un clima di confronto tra tutte le forze politiche». Alcuni emendamenti riguardano il lavoro dei giornalisti. Confermato in gran parte il dispositivo. Viene autorizzata la pubblicazione «per riassunto» degli atti delle indagini. È invece vietata la pubblicazione anche parziale, degli atti integrali, fino alla conclusione delle indagini preliminari. Vietata la pubblicazione anche in questo caso parziale, per riassunto o nel contenuto, delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari. Stesso divieto vale anche per le richieste di tali misure. Si potrà pubblicare il contenuto solo dopo che l’indagato o il suo difensore siano venuti a conoscenza dell’ordinanza del giudice (in realtà già dovrebbe accadere anche oggi). È sempre vietata la pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che riguardino fatti, circostanze e persone estranee alle indagini. Un altro emendamento prevede che non ci sia alcun limite alle intercettazioni se le indagini servono alla cattura di un latitante. La disciplina prevista dal ddl si applica «anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge». Ridotte invece le sanzioni per gli editori, che potranno variare da 25.800 a 309.800 euro. Per le tv ora si parla sono di divieto di diffusione per «intercettazioni di immagini mediante riprese visive».Infine l’appello di Milena Gabanelli a Report è stato ascoltato: anche i pubblicisti, oltre gli 007 e i giornalisti professionisti, potranno effettuare registrazioni di comunicazioni e riprese ai fini dell’attività di cronaca.