Di fatto si dovrà pagare e tutto e subito. Senza aspettare l’anno prossimo. Anche se sui criteri non c’è ancora la certezza necessaria. Per il non profit il pagamento dell’Imu sugli immobili destinati ad uso promiscuo tra attività "non commerciali" e quelle considerate "commerciali" (ancorché senza fini di lucro) secondo i criteri europei, la scadenza per il versamento dell’imposta è quella comune a tutti i cittadini: il 17 dicembre. E l’imposta graverà sull’intero immobile. Solo dal prossimo anno, infatti, per quelle stesse strutture destinate ad uso "misto" tra attività commerciali e non commerciali, verranno applicati i criteri proporzionali stabiliti nel regolamento 200 del 19 novembre scorso.
La novità – che fa definitivamente giustizia dei presunti trattamenti di favore, in realtà mai esistiti – è contenuta in una risoluzione (la 1/DF) del ministero delle Finanze, firmata il 3 dicembre dal direttore generale Fabrizia Lapecorella. Il documento risponde a due quesiti sollevati proprio in seguito all’emanazione del decreto ministeriale 200. Il primo riguardava l’obbligo anche per gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti di predisporre entro il 31 dicembre 2012 uno statuto contenente alcuni requisiti generali, come il divieto di distribuire gli utili, l’obbligo di reinvestire gli eventuali avanzi di gestione nelle stesse attività e l’obbligo, in caso di scioglimento, di devolvere il patrimonio dell’ente a un altro ente non commerciale che svolga attività analoga. Il problema è che agli enti ecclesiastici non può essere imposto di avere uno statuto. La risoluzione chiarisce quindi che questi enti dovranno predisporre, sempre entro la fine dell’anno, «un regolamento nella forma della scrittura privata registrata» che contenga gli stessi criteri indicati nel regolamento e sopra ricordati.
Ma la vera novità sta nel secondo punto del documento. Dopo aver richiamato i criteri della normativa in questione, si conclude che «il pagamento dell’Imu, relativo all’anno 2012, debba essere effettuato tenendo conto dei requisiti stabiliti nel regolamento 200 del 2012 agli articoli 3 e 4. La valutazione di detti requisiti determina il versamento del saldo dell’imposta relativa all’anno 2012 che dovrà essere effettuato entro il 17 dicembre p.v.». A partire dall’anno d’imposta 2013, invece, «l’Imu dovrà essere versata sia in base degli anzidetti requisiti, sia in ragione del rapporto proporzionale».
Dunque si deve pagare e subito in base ai criteri fissati nel regolamento 200, che proprio ieri ha assunto forza di legge, con l’approvazione all’interno del decreto sugli enti locali. Anche se quegli stessi criteri avrebbero bisogno di più di una precisazione per i margini di incertezza che ancora lasciano. Se infatti per cliniche e ospedali la convenzione con il servizio sanitario pubblico rende certa l’esenzione dal pagamento dell’imposta, assai diverso è il caso delle scuole paritarie in cui i margini di interpretazione sono assai ampi. Il regolamento 200, infatti, spiega che per essere esente l’attività va «svolta a titolo gratuito, ovvero dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo del servizio, tenuto anche conto dell’assenza di relazione con lo stesso». Già, ma a quale frazione ci si deve riferire? Nessuno può dirlo e le situazioni nelle scuole sono le più diverse: in alcune le rette delle famiglie coprono meno della metà dei costi complessivi, in altre si arriva al 70-80%. Gli amministratori dovranno dunque valutare caso per caso principalmente con il metro del buon senso. Ma in mezzo a tanta incertezza, che assai difficilmente potrà essere dissipata entro la fine dell’anno, l’unica cosa chiara è la perentorietà del termine di pagamento. Entro la prossima settimana bisognerà versare il saldo 2012 e per molte scuole paritarie potrebbe essere il colpo di grazia.