Il Governo lavora ad una norma che consenta l'uso della
forza per il prelievo delle impronte ed il fotosegnalamento dei
migranti. Un tema imposto dalla Ue che da tempo accusa l'Italia di non fare abbastanza per identificare gli immigrati in arrivo ma che è destinato ad aprire un aspro dibattito politico. "Stiamo lavorando - ha fatto sapere ieri il
ministro dell'Interno, Angelino Alfano - a una ipotesi
articolata che riguarda diversi aspetti, compreso quello
dell'uso della forza nei confronti di coloro che si rifiutano di
sottoporsi al fotosegnalamento che è obbligatorio per il nostro
ordinamento e per quello europeo. Stiamo valutando dove
inserirla". I dati più recenti del Viminale indicano che in molti ancora sfuggono alla registrazione: sui 140mila stranieri sbarcati nei primi dieci mesi del 2015, 40mila hanno rifiutato di sottoporsi alle procedure, soprattutto siriani ed eritrei che vogliono richiedere asilo in altri Paesi dell’Unione, come Germania e Svezia. Succede così che rifiutano foto e impronte e gli agenti non hanno – allo stato della normativa attuale – mezzi per forzarli all’identificazione. La chiusura
della rotta balcanica potrebbe spingere le migliaia di
persone che fuggono dalla Siria a scegliere di nuovo la rotta
libica, come avvenne nel 2014.
Una situazione che obbliga l'Italia a studiare una serie di
contromosse. Al momento, dicono al Viminale, non c'è emergenza,
nonostante nelle strutture del sistema d'assistenza siano
ospitate 107 mila persone e circa 10mila minori. Ma è evidente
che se il flusso dalla Libia dovesse diventare più imponente,
non basteranno i circa duemila posti ancora a disposizione e si
dovrà ricorrere ad una nuova circolare per reperire ulteriori
sistemazioni. Per ora, dunque, si lavora su altri fronti.
Il primo è quello legislativo. In Cdm arriverà infatti nei
prossimi giorni una norma che regoli "l'uso della forza nelle
operazioni di fotosegnalamento e nella rivelazione delle
impronte digitali di stranieri e di cittadini italiani". La
misura, ha spiegato con una comunicazione interna il
Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sarà contenuta in un
provvedimento sugli hotspot che mira a "disciplinare il
soccorso, la prima assistenza, l'identificazione nonché il
rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico, anche forzoso, dei
migranti". In particolare la norma, "sarà inserita nello schema
di disegno di legge recante disposizioni in materia di
protezione internazionale, in avanzato stato di
predisposizione".
L'altro fronte su cui si lavora è quello per evitare che si
apra la rotta che dall'Albania porti in Puglia le migliaia di
migranti bloccati al confine tra Grecia e Macedonia. Pochi
giorni fa Alfano ha incontrato il suo omologo albanese ed è
probabile che entro fine mese andrà a Tirana, per definire una
serie di accordi.