sabato 18 luglio 2015
​Perego (Fondazione Migrantes): manca un piano organico per affrontare l'emergenza Ilaria Solaini
Le gettano via l'insulina, bimba muore sul gommone Lucia Capuzzi
Il peso atroce dell'ignavia Marco Tarquinio
COMMENTA E CONDIVIDI
“No immigrazione”, “Stop immigrazione”, “Lottare per non migrare”: sono gli slogan degli striscioni affissi la scorsa notte dai militanti di CasaPound al porto di Cagliari, dove è avvenuto lo sbarco di 456 migranti, tra loro vi era anche un morto, deceduto durante la traversata, una decina di feriti e tre neonati. I disordini e conflittualità sociali alimentati da alcune forze politiche non si arrestano, nemmeno davanti alle tragedie, alle sofferenze, alla morte. Il dolore della famiglia della piccola Raghdad, siriana affetta da diabete che ha perso la vita sul barcone, perché privata dai trafficanti del suo zaino contenente le dosi di insulina, viene ricordato con dolore Monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, che definisce la vicenda “una tragedia grave, non meno di quella successa in provincia di Treviso e a Roma, dove ci si è rifiutati di accogliere alcune persone migranti, come i genitori e i figli della famiglia siriana sbarcata ad Augusta”. E riprendendo i recenti casi di cronaca monsignor Perego ha sottolineato che le responsabilità “sono di tutti. Dello Stato, che in questi anni, con governi diversi, ha cercato sempre di risolvere con l’emergenza e l’improvvisazione” un fenomeno che “è strutturale, se si pensa che i migranti forzati tra il 2013 e il 2014 sono passati da 51 milioni a 60 milioni”. Per la fondazione Migrantes manca “un piano organico che coinvolga ogni Comune nel prevedere tra i propri servizi sociali l’accoglienza di un richiedente asilo o di una famiglia di rifugiati”. E le risorse stanziate in questi anni per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati “anziché costituire un patrimonio ulteriore per i Comuni - ha concluso monsignor Perego - così da rafforzare servizi per tutti, sono andate ad arricchire multinazionali che hanno gestito grandi centri o enti o cooperative mafiose o imprenditori edili senza scrupoli”. Nel frattempo sono stati arrestati i tre presunti scafisti arrivati mercoledì a Siracusa, su quel gommone dove la piccola Raghad aveva perso la vita. Ai tre egiziani è stato contestato solo il reato di favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina ma non quello di omicidio. I tre sono stati trasferiti nel carcere di contrada Cavadonna. Non è stato possibile contestare altri reati perché, come gli stessi genitori della bimba hanno dichiarato, sono stati i trafficanti in Egitto a gettare in mare lo zainetto con l’insulina, decretando in questo modo la condanna a morte della piccola. Anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha voluto ricordare la bimba siriana "che non è arrivata viva perchè gli schiavisti le hanno tolto le dosi di insulina". "Se una bambina che ha l'età di mia figlia- spiega il premier- muore durante una traversata, ciascuno di noi può pensare tutto ciò che vuole, ma non permettiamo ai nostri figli di pensare che i loro genitori, per un punto nei sondaggi, hanno rinunciato a essere persone umane”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: