lunedì 29 dicembre 2008
La Farnesina: «Da gennaio le coste libiche saranno pattugliate». La Russa: «La linea dura con Gheddafi non serve». Replica di Maroni: «Il problema va risolto: subito rimpatriati i clandestini».
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Già dal mese di gennaio dovrebbero iniziare i primi pattugliamenti congiunti Italia-Libia delle coste libiche «al fine di contrastare il flusso di immigrati che tentano di entrare illegalmente nel nostro Paese». Lo ha reso noto oggi un comunicato della Farnesina in relazione agli sbarchi di clandestini a Lampedusa degli ultimi giorni, che hanno riversato sul centro di accoglienza dell'isola migliaia di immigrati. L'annuncio della Farnesina è arrivato dopo una giornata di polemiche politiche, che ha visto prima un botta e risposta tra il ministro degli Interni maroni e lo stesso Frattini, poi un contrasto a distanza tra lo stesso Maroni e il ministro della Difesa, La Russa.Frattini: «È il governo ad essere in ritardo». Stamane Maroni aveva telefonato al collega degli Esteri chiedendogli di intervenire ufficialmente nei confronti delle autorità libiche in relazione all'ondata di sbarchi. Telefonata di cui era stato informato anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Frattini aveva immediatamente replicato, spiegando di aver già contattato le autorità libiche chiedendo con forza un'intensificazione dei controlli lungho le coste del Paese. «La verità è che siamo in ritardo anche noi - ha poi aggiunto Frattini -. Il governo italiano ha adottato la ratifica diquesto accordo firmato dal presidente Berlusconi in agosto e purtroppolo abbiamo mandato in parlamento, per alcuni problemi tecnici, soltanto alcune settimane fa. Ora è in parlamento, non ancora ratificato, ma credo costituisca un impegno politico non solo per il governo italiano ma anche per il governo libico che lo ha già ratificato». «Io - ha quindi sottolineato il capo della diplomazia italiana -sto facendo proprio in questi minuti un passo ufficiale, un appello al governo libico, al mio collega ministro degli Esteri e al primo ministro della Libia affinchè vi sia una collaborazione più incisiva per la prevenzione. Noi abbiamo evidentemente la certezza che tutte queste persone provengono da porti libici, quindi evidentemente la prevenzione al momento della partenza è l'unico antidoto a questo flusso indiscriminato di immigrati clandestini».La polemica tra Maroni e La Russa. Botta e risposta nel pomeriggio anche tra Maroni e il ministro della Difesa La Russa. «Non dobbiamo fare i duri con i libici, non serve a niente», ha dichiarato quest'ultimo in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando che è meglio evitare le proteste e i toni forti perché sicuro «che Gheddafi rispetterà gli accordi: solo che i suoi sono tempi libici, un pò levantini. Con i leader libici è necessario imbastire una trattativa lenta, continua». La Russa ha evidenziato poi che è il governo italiano ad essere «in difetto», «dobbiamo ammettere le nostre colpe con chiarezza, siamo inadempienti, perché ci troviamo in ritardo sui tempi previsti. Andrà tutto bene appena il Parlamento avrà fatto il suo lavoro: deve rendere ancora definitivamente esecutivo l'accordo di Amicizia e Cooperazione firmato alla fine di agosto con la Libia». Immediata reazione del Viminale: per l'attuazione dell'accordo con la Libia Maroni ha infatti ribadito di volere tempi brevi, non "levantini" come li ha definiti La Russa, ma piuttosto padani. «Io non voglio pensare ai tempi di cui parla il ministro la Russa - ha detto - e ci siamo già attivati perchè siano brevi». «Attuare l'accordo - ha continuato Maroni - significa porre fine agli sbarchi. Passare da cento a uno e tutto ciò avverrà quando il governo libico darà attuazione all'accordo».
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