L'Ilva di Taranto (Ansa)
La gara di aggiudicazione dell'Ilva non è illegittima. Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, chiude quindi formalmente il procedimento avviato sulla gara disponendo "di non procedere all'annullamento". Lo si legge nel documento pubblicato sul sito del Ministero per lo sviluppo economico e inviato alla società Am Investco Italy e per conoscenza ai commissari Ilva, nel quale si richiama l'accordo con i sindacati siglato giovedì 6 settembre.
L'Avvocatura generale dello Stato ha legato la decisione di annullare o meno la gara alla valutazione dell'interesse pubblico. "La mancata valutazione della nuova offerta in rilancio formulata da Acciai Italia (l'altra cordata in gara per Ilva) può assumere rilievo di quell'eccesso di potere che sarebbe uno dei due presupposti per annullare la gara". Ma la possibilità di annullare, scrive ancora l'avvocatura, deve ancorarsi ad un interesse pubblico concreto ed attuale, particolarmente corroborato".
Inoltre, scrive l'Avvocatura, "non può trascurarsi che a suo tempo AcciaItalia non ha ritenuto di assumere alcuna iniziativa processuale e, all'attualità, essa risulterebbe addirittura cancellata dal Registro delle imprese a seguito della procedura di messa in liquidazione". Perciò non sarebbe possibile né utile all'interesse pubblico riportare indietro il procedimento alla fase dei rilanci.
A questo punto l'ultimo passo formale da compiere è quello del voto degli operai Ilva chiamati ad approvare, o meno, entro il 13 settembre l'accordo siglato giovedì scorso a Roma, presente Di Maio, tra sindacati e l'acquirente ArcelorMittal.
Le reazioni
"Ci convince il risultato. Si è risolta una grande questione Paese che riparte da una grande questione industriale dove c’è occupazione, rispetto per l'ambiente". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia , a margine del Forum Ambrosetti. "Ci auguriamo - ha aggiunto - che sia l'inizio di una nuova fase di attenzione della questione industriale da parte del governo a partire da Taranto".
"Contano i fatti e sull'Ilva il fatto inequivocabile è che questo governo ha deciso di chiudere con le parti sociali, il lavoro impostato dai nostri governi. Alla faccia di tutte le dichiarazioni roboanti di cambiamento 'vendute' da Di Maio sulla pelle dei tarantini fino a qualche settimana fa". È il commento del segretario del Pd, Maurizio Martina. "La contraddizione politica del Movimento 5 Stelle - ha aggiunto Martina - la si respira a Taranto in queste ore. Quando vinci in quella città al grido di 'chiudiamo l'Ilva' e poi invece garantisci giustamente la tenuta di un accordo delicato ma necessario per il futuro di quella realtà, hai utilizzato in campagna elettorale delle falsità che poi tornano. Io penso - ha concluso - che questo la dica anche lunga sull'irresponsabilità del M5S e della Lega nel giocare alla propaganda sulla pelle degli italiani".
Più duro l'ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che nel precedente governo ha seguito la vicenda Ilva. Scrive su Twitter: "Chiaro ora perché Di Maio ha tenuto segreto il parere! L'Avvocatura conferma in pieno il parere precedente sui rilanci. Eccesso di potere ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto interesse pubblico. In un paese SERIO un Ministro che distorce un parere istituzionale si dimette".