venerdì 20 dicembre 2013
Tornano a Riva Fire gli otto miliardi di euro messi sotto sequestro dalla Procura tarantina. Intanto monsignore Santoro chiede di «rispettare e, possibilmente, accelerare i tempi di attuazione del Riesame dell'Aia».
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Tornano a Riva Fire gli otto miliardi di euro messi sotto sequestro dalla Procura di Taranto. Lo ha deciso la III sezione della Corte di Cassazione, presidente Agrò, relatore de Amicis, che ha annullato senza rinvio l'ordinanza del Tribunale del Riesame che a giugno scorso aveva respinto l'istanza degli avvocati della capogruppo che controlla l'Ilva, confermando il sequestro preventivo disposto dal gip Patrizia Todisco il 24 maggio. Oggi, invece, la Suprema Corte ha accolto l'istanza dei legali di Riva Fire, gli avvocati Franco Coppi e Carlo Enrico Paliero, disponendo la restituzione alla holding di otto miliardi e 100 milioni.MONSIGNOR SANTORO: ACCELERARE I TEMPI DELL'AIA"Rispettare e, possibilmente, accelerare i tempi di attuazione del Riesame dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per dare risposte alla popolazione, cominciando dalla copertura dei parchi minerali; procedere con le bonifiche senza tralasciare la messa in sicurezza della falda, bloccata dai numerosi ricorsi al Tar, che ha dato ragione all'azienda benché la Conferenza nazionale dei servizi abbia certificato un inquinamento allarmante". Sono le richieste prioritarie che l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, ha presentato stamane al commissario straordinario dell'Ilva Enrico Bondi e al subcommissario Edo Ronchi, entrambi di nomina governativa, ricevuti in episcopio per lo scambio di auguri natalizi.Monsignor Santoro, dopo il convegno organizzato il 7 novembre scorso e che ha portato a Taranto il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, ha voluto conoscere lo stato dell'arte degli impegni che i due professionisti hanno assunto, nell'ambito delle loro competenze, per l'attuazione dei dispositivi contenuti nel Riesame dell'Aia. Tra le altre richieste anche quelle relative a "interventi nel campo dell'innovazione tecnologica tesi a trasformare il processo produttivo tramite l'adozione delle migliori tecnologie esistenti che consentirebbero di eliminare le cokerie e l'agglomerato" e la tutela della "salute dei lavoratori mettendo in campo tutte le risorse necessarie".I commissari, si legge in una nota della Curia, "hanno confermato la loro piena disponibilità a lavorare affinché si instauri un nuovo rapporto di fiducia tra l’Ilva e la città, proposito che il vescovo ha molto apprezzato così come le rassicurazioni sull'attuazione degli impegni e i dati che gli sono stati presentati".
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