All'indomani della sentenza della Cassazione sul caso Eluana, cresce la consapevolezza che sia urgente una legge per regolamentare il fine vita. «Il Parlamento è chiamato a riempire questo nuovo normativo», dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. «È un momento di grande turbamento. Chi crede nel Signore prega per lei». Il caso Englaro «dimostra la necessità del Parlamento di appropriarsi sempre del proprio ruolo», concorda il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia. Ma nel Pd non c'è una sola proposta, ricordano i senatori Emanuela Baio, Daniele Bosone, Mauro Del Vecchio, Claudio Gustavino, Luigi Lusi, Paolo Rossi e Paolo Giaretta. Il caso nasce dopo la trasmissione di Porta a Porta che commentava a caldo la sentenza, l'altra sera. «Oltre al testo del senatore Ignazio Marino - ricordano - esistono altri ddl, tra cui il nostro, che propone un punto di vista diverso. Per noi la vita è un bene indisponibile, come sostiene anche la Costituzione. Ci stupisce - concludono - dover ogni volta precisare e ribadire che il Pd si basa su un pluralismo di valori tale che ogni posizione ha la stessa dignità delle altre, compresa quella che difende la vita, dall'inizio alla fine. Spiace anche che ieri sera, durante la trasmissione Porta a Porta, il nostro pensiero non sia stato adeguatamente rappresentato, rischiando di apparire come isolato all'interno del partito». «Il testamento biologico sarebbe la soluzione a tutti i futuri casi simili a Eluana Englaro», sostiene intanto il professor Umberto Veronesi, intestatario di un'altra proposta, all'interno del Pd, e firmatario, a sua volta, anche della proposta-Marino. «Serve una nuova legge sul consenso informato», sostiene Veronesi. Anche per il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri «bisogna legiferare subito. A colpi di sentenze sarebbe la strada più mostruosa per introdurre in Italia l'eutanasia». Mentre si rammarica «per non essere riusciti a fare di più per salvarla», il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Quanto alla sentenza, «in un regime democratico e liberale non c'è istituzione che non possa essere criticata», sostiene Francesco Cossiga, riferendosi all'ipotizzato documento del Csm in difesa dei giudici della Cassazione. «Non possono sostituirsi al Padreterno», dice il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota. «La vita è diritto non disponibile né davanti a Dio né davanti alla legge», sostiene il ministro Gianfranco Rotondi. E di «eutanasia introdotta su motivi speciosi», parla il presidente della Regione, Roberto Formigoni. Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, auspica una «presa di responsabilità» del Parlamento che dia «indirizzi inequivocabili a medici e famiglie». «Mi preoccupa un Paese che affida ai giudici la decisione su quale sia la vita che non è degna di essere vissuta», sostiene Beppe Fioroni. Mentre Francesco Storace, da ex ministro della Salute vedrebbe bene «un decreto legge di una riga: "A nessuna persona in condizione di stato vegetativo può essere negato il diritto all'alimentazione"». Luca Volonté, dell'Udc, condanna la «schizofrenia di chi si fa promotore di una moratoria sulla pena di morte e poi esulta per la condanna a morte di una ragazza». Si tratta di «omicidio del consenziente», per Rocco Buttiglione. «Reazioni fuori luogo», sostiene Anna Finocchiaro, in quanto «quella sentenza è una sconfitta della politica. La Cassazione si è dovuta sostituire al legislatore». Mentre auspica «una legge equilibrata sul testamento biologico». Fabrizio Cicchitto. «Un vuoto legislativo da colmare con urgenza», anche per il vicecapogruppo dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello .Quanto ai tempi, si dice ottimista il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Antonio Tomassini sulla possibilità di arrivare in tempi ragionevoli ad un testo di legge: «Ma è velleitario pensare di farcela entro il 2008», sostiene. «Entro la primavera del 2009», è la sua previsione.