giovedì 14 novembre 2019
Concepito per salvare Venezia dall’alta marea, il sistema di dighe e paratie avviato nel 2003 non è mai entrato in funzione. Il cantiere è al 95%: consegna prevista nel 2021
La chiusura dei lavori è slittata di anno in anno: ora si parla del 2021/22. E la gestione dell'opera costerà 100 milioni l'anno

La chiusura dei lavori è slittata di anno in anno: ora si parla del 2021/22. E la gestione dell'opera costerà 100 milioni l'anno

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«Se il Mose ci fosse stato avrebbe evitato questa marea eccezionale»: è la convinzione che mercoledì il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha ripetutamente manifestato. Per il 31 dicembre 2021 è stata fissata la data di conclusione e di consegna delle dighe mobili, al termine della fase di collaudo; il cantiere oggi è al 95%.

Il costo complessivo dell’opera, secondo le previsioni contenute nel Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, è stato calcolato in 5.493 milioni di euro, stanziati in 15 anni, dal primo mattone del 2003 al 2018. I residui finanziamenti programmati dal Governo ammontano a 221 milioni, dal 2017 fino al 2024, ossia per altri tre anni dopo la chiusura dei cantieri.


A ottobre nuovo stop nella fase di test: vibrazioni nelle tubazioni Il costo fino al 2018 è stato di 5.493 milioni di euro

Dopo l’allungamento dei tempi per la costruzione, lo scandalo legato alle tangenti, ad ottobre si è avuto un nuovo stop alla fase di test delle paratoie, avviata a luglio e che stava per concludersi in una data simbolica, quel 4 novembre che ricorda l’'Aqua granda' del 1966. Motivo, il riscontro, avvenuto durante i sollevamenti parziali delle dighe mobili, il 21 e 24 ottobre scorso, di alcune vibrazioni in alcuni tratti di tubazioni delle linee di scarico.

Il Mose, acronimo di Modulo sperimentale elettromeccanico, è l’opera concepita per salvare Venezia dall’alta marea, mai entrata in funzione. Un sistema di dighe mobili, formato da 78 paratie in metallo, piazzate sul fondale delle tre bocche di porto lagunari (Lido, Malamocco e Chioggia), studiate per sollevarsi quando serve e bloccare l’acqua che, spinta dallo scirocco, arriva dal Mar Adriatico e allaga la città. Il cantiere è cominciato nel 2003. Da allora la chiusura dei lavori è slittata di anno in anno, ora si parla di 2021/2022.

I costi, in continuo aumento, hanno portato nel 2014 a una inchiesta con 35 indagati e ha fatto finire la società in amministrazione controllata. A questo si sono aggiunte le voci critiche sulla funzionalità dell’opera, dal comitato No Mose ad alcune perizie, commissionate dal Ministero delle Infrastrutture: il sale corrode il metallo delle cerniere e i sedimenti bloccano le paratie. Problemi che fanno lievitare i costi di manutenzione.

L’opera è stata pensata negli anni ’80 per difendere Venezia e la sua laguna dall’acqua alta superiore ai 110 centimetri. Al sistema idraulico di paratie mobili che stanno appoggiate sul fondo delle bocche di porto e si alzano con l’alta marea, riempite di aria compressa, si affianca la sede operativa all’Arsenale, che già dal 2012 fornisce previsioni sul meteo e sulle maree con un anticipo di tre giorni. Anche mercoledì numerose associazioni ambientaliste hanno contestato l’utilità del Mose. La gestione del sistema richiede un impegno di spesa di 100 milioni l’anno.

COME FUNZIONA IL MOSE

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