Un parallelo ad esempio con i tifoni o i cicloni che devastano Filippine e Stati Uniti non è pertinente, lì si tratta di eventi assolutamente catastrofici e nei quali la prevedibilità del danno ha raggiunto livelli molto alti. Nelle nostre condizioni meteo, invece, l’evento di ieri è stato segnalato come 'criticità elevata' ma non era immaginabile nelle dimensioni. Una 'criticità elevata' implica anche la possibilità di perdite umane, ma sono eventi che si contrastano per, non certo con l’evacuazione. Non a caso le vittime in Sardegna sono quasi tutte persone in movimento in automobile o addirittura rifugiate in seminterrati, proprio le azioni che anche il sito della Protezione Civile sconsiglia assolutamente in questi casi. Qui non c’era un ciclone che a 350 chilometri l’ora portava via tutte le case, immaginare che ogni volta che allertiamo per 'criticità elevata' si evacui la popolazione è follia pura. Sensato e concreto invece è educare la popolazione, anche se in Italia una cultura di protezione civile fatica ad attecchire.
E in Italia funzionerebbe?
Dobbiamo fare i conti con una popolazione che non ama gli inviti a tenere certi comportamenti. Un esempio: a Torpé (Nuoro) c’era il pericolo che la diga collassasse e il sindaco intelligentemente ha fatto un’ordinanza di evacuazione delle case a valle della struttura. Molti hanno deciso di non ascoltarlo e all’arrivo della piena abbiamo dovuto mettere a rischio la vita dei soccorritori che li hanno recuperati di notte sui tetti con gli elicotteri.