Il robot “assiste” una paziente - Istituto Italiano di tecnologia
Da aspirapolvere ad assistente di medici e infermieri impegnati nella battaglia al coronavirus. Questa l'evoluzione di Roomba, il robot aspirapolvere più diffuso e presente in milioni di abitazioni, grazie al progetto Lhf-Connect dell'Istituto italiano di tecnologia e dell'Università di Pisa. Con l'aggiunta di un piedistallo e due cellulari o tablet, l'aspirapolvere diventa l'assistente del medico, che così non ha più necessità di entrare in contatto con i pazienti Covid, limitando le occasioni di contagio. Nella stanza del malato entra il robot, mentre il medico gestisce le operazioni davanti al monitor. I primi tre esemplari realizzati, già sperimentati presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, la Azienda Usl Toscana Nordovest di Massa-Carrara e il Centro Polivalente Anziani Asfarm di Induno Olona, in provincia di Varese, consentono anche di mettere in contatto con il mondo esterno i pazienti, che possono, per esempio, videochiamare i parenti e fornire loro assistenza di base. Con una spesa di circa mille euro per l'acquisto del materiale, mentre il software è liberamente concesso dall'Iit (qui tutte le informazioni), qualunque ospedale può dotarsi di questo dispositivo, che permette anche di effettuare visite mediche a distanza. «Il nostro obiettivo è dare ora il nostro contributo per la gestione delle strutture ospedaliere e un leggero sollievo ai ricoverati e alle loro famiglie. La ricerca italiana in Robotica, che è una delle più forti al mondo, continua intanto a preparare il futuro», dice Antonio Bicchi, ricercatore Iit, professore all’Università di Pisa e presidente di I-Rim, l’Istituto per la Robotica e le Macchine intelligenti, che riunisce la ricerca accademica più visionaria e l’industria aperta alle tecnologie avanzate.