sabato 27 dicembre 2008
Il calendario 2009 del presidente del consiglio è denso di appuntamenti. Per la terza volta guiderà il G8 e il G14 . Berlusconi preoccupato: c’è il governo del Paese in un momento difficile, ci sono tante riforme da fare, al primo posto quelle della giustizia e delle intercettazioni.
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Il calendario 2009 del presidente del consiglio è denso di appuntamenti Per la terza volta guiderà il G8 e il G14 Intanto il Carroccio evita la polemica DA ROMA MASSIMO CHIARI « Q uello che ho davanti è un anno terribile». Sil­vio Berlusconi, colle­gato telefonicamente con la Comunità Incontro, non na­sconde i timori per il 2009. «C’è il go­verno del Paese in un momento dif­ficile – spiega il premier - e ci sono tante riforme, a cominciare da quel­le delle intercettazioni e della giusti­zia che ci occuperanno molto...». U­na pausa leggera e poi ecco riaffac­ciarsi la solita fiducia: «Abbiamo però due gruppi parlamentari che garan­tiscono di poter fare qualunque bat­taglia e di portare a casa la vittoria. Quindi, sono assolutamente sereno». Il calendario del premier è denso di appuntamenti. Nel 2009 – va avanti – «abbiamo anche le elezioni: ci sarà da fare la campagna elettorale per le amministrative, molto importanti, di giugno, insieme alle importantissi­me elezioni europee». E poi «oltre a tutto questo mi trovo poi, per la ter­za volta, ed è un record assoluto per­chè Kohl e Mitterand furono presi­denti per due volte, ad essere presi­dente del G8 e del G14. Pensa che viaggi dovrò fare...». Il Cavaliere cita «Cina, India, Giappone, Sud Africa, Egitto, Messico, Brasile, Canada, Sta­ti Uniti» e poi i «Paesi europei». Elezioni, G8, ma soprattutto riforme. E soprattutto Giustizia e intercetta­zioni. La Lega, questa volta, sembra evitare la polemica. «Le parole di Ber­lusconi sulla giustizia vanno benissi­mo: andrà a segno come sta andan­do a segno il federalismo con cui sia­mo già partiti...», ricorda il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Ora l’in­terrogativo è soprattutto u­no: riforme con il concorso dell’opposizione? Gianfran­co Rotondi non ha dubbi e lo dice: «Oggi più che mai è opportuno far rimanere a­perto il dialogo sulle riforme come la giustizia, che non deve essere vista come il ten­tativo di delegittimazione della magistratura. Ci deve essere, invece, la volontà a riformare nel concreto il sistema giu­diziario e farlo possibilmente con l’opposizione non giustizialista e confrontandoci con le toghe non po­liticizzate ». L’idea di governo e maggioranza è sempre la stessa: staccare il Pd dal-­l’Italia dei Valori. «Esistono momen­ti politici in cui il 'ma anche' veltro­niano non è in alcun modo utilizza­bile. Ora, infatti, nell’anno che si apre, il Pd sarà chiamato a una scelta chia­ra, senza ambiguità», dice Daniele Capezzone, portavoce di Forza Ita­lia, che aggiunge: «Da una parte c’è il dialogo con la maggioranza per le riforme (dal federalismo alla giusti­zia, dall’economia ad altre possibili riforme istituzionali), dall’altra c’è il permanere dell’alleanza-sudditanza rispetto al signor Di Pietro, che è in­vece esclusivamente interessato ad avvelenare i pozzi per impedire qua­lunque confronto costruttivo. Cosa farà Veltroni? E cosa faranno gli altri protagonisti del Pd?». Il Pdl vuole il confronto con il Pd, ma vuole anche riformare la Giustizia e Giulia Bon­giorno, presidente della commissio­ne alla Camera, insiste: «Credo che sia importante trovare dei paletti per limitare il ricorso alle intercettazioni», che però «devono restare possibili per i reati gravi e i reati contro la pub­blica amministrazione». Intanto an­che l’Udc si dice pronta al dialogo: «Le riforme – avverte Michele Vietti – sono un tema decisivo su cui si mi­surerà nei prossimi mesi la capacità di questo governo: ci auguriamo vo­glia farle con il contributo dell’op­posizione e non ricorrendo ad an­nunci estemporanei o a forzature parlamentari». Il premier Silvio Berlusconi (Fotogramma)
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