martedì 3 marzo 2015
​Oggi il Consiglio dei ministri presenterà la sua soluzione per dare all'Italia una banda larga all'altezza. Ma la prima difficoltà è convincere la popolazione a usarla.
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L’idea era bizzarra: per spingere le aziende a costruire una potente rete in fibra ottica capace di portare connessioni velocissime nelle case di ogni italiano, qualcuno tra i collaboratori del governo aveva pensato di costringere Telecom Italia a eliminare la sua rete, meno efficiente, in rame. Qualcuno lo aveva pensato, e scritto, davvero – troppe le indiscrezioni sulla bozza del piano governativo per la rete ultralarga che convergevano su questo punto – ma alla fine lo spegnimento forzato del rame non si farà. Lo ha assicurato di nuovo, ieri, Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, chiarendo che il piano serve «a stimolare gli investimenti, non il contrario».  Dopo questo siparietto finale, salvo altre sorprese, oggi il Consiglio dei ministri presenterà la sua soluzione per dare all’Italia una rete a banda larga all’altezza di un paese sviluppato.  Una rete che risponda al secondo obiettivo dell’Agenda digitale europea: dare la possibilità a tutta la popolazione di avere una connessione a Internet a una velocità di almeno 30 Mbps (cioè Megabit al secondo). L’obiettivo, nonostante lo stallo provocato da un’assenza di accordo tra Telecom e gli altri operatori e aggravato da una generale latitanza dello Stato nel definire regole efficaci, è alla portata. Già un anno fa Francesco Caio, prima di lasciare il suo ruolo di consulente del governo per l’Agenda digitale e andare a dirigere le Poste, aveva mostrato come i piani di investimento degli operatori – soprattutto Telecom, Fastweb e Vodafone – consentissero già di raggiungere più del 50% della popolazione con una banda larga da 30 Mbps entro il 2017, quota che salirebbe anche al 70% per il 2020. Con una mano da parte del governo, che dovrebbe avere un ruolo di stimolo e coordinamento, è possibile arrivare a quel 100%, spiegava il manager.  Il problema, però, non sembra essere tanto la rete, quanto gli italiani. Aziende ed esperti che hanno risposto alla consultazione pubblica del governo sulla banda larga hanno confermato che la prima difficoltà è convincere la popolazione a usare la banda larga. Se mancano i clienti della rete veloce, le aziende non investono. Abbiamo 9 milioni di famiglie (più di una su tre) che nemmeno hanno una connessione a Internet e sono poco interessate ad averla. La quota di popolazione connessa a banda larga (almeno 2 Mbps) a luglio era al 23,4%, al quartultimo posto in Europa, e con un aumento rispetto a un anno prima di uno striminzito 0,1%, il più scarso dell’Unione. Questo in un paese dove soltanto lo 0,5% delle persone, la percentuale più bassa d’Europa, ha una connessione a banda larga veloce (almeno 30 Mbs) e solo uno su mille (lo 0,1%, superiore solo allo 0% di Croazia, Grecia e Cipro) ha l’ultra banda larga, quella che va a oltre 100 Mbps. Convincere gli italiani che Internet gli serve, per il governo sarà più difficile di mettere a loro disposizione una rete adeguata all'ottava economia del pianeta.
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