La tragedia di Cutro. Il recupero sulla spiaggia calabrese della vittima numero 64 del naufragio - Ansa
«Non scappo, il governo c’è stato sempre». Si dice colpita «nel profondo», Giorgia Meloni, dal ritrovamento sulla spiaggia di Cutro del corpo di un altro bambino, prega per lui e le altre vittime, annuncia che si recherà presto sul luogo della tragedia e valuta anche la possibilità di tenere lì una riunione del Consiglio dei ministri. Gli echi delle polemiche sui mancati soccorsi arrivano fino ad Abu Dhabi, dove la presidente del Consiglio si è recata anche per tentare di riannodare i fili della diplomazia nel conflitto russo-ucraino.
In qualche modo è lei stessa a introdurre l’argomento, in conferenza stampa: «Buon pomeriggio, il vostro premier muto è qui per rispondere alle vostre domande», è il suo esordio. La domanda arriva e la risposta è un moto di indignazione per ricostruzioni che definisce «surreali». I migranti naufragati «non erano nella condizione di essere salvati da qualcuno che non ha voluto salvarli. Ma davvero - attacca -, in coscienza, c'è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire più di 60 persone? Vi chiedo se qualcuno pensa che se si fosse potuto salvarle, non lo avremmo fatto. Vi prego, siamo un minimo seri. La questione è semplice nella sua tragicità. Non è arrivata alcuna comunicazione di emergenza da Frontex», afferma la presidente del Consiglio.
Una ricostruzione che fa anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: la Guardia Costiera «non è intervenuta perché non è stato lanciato un segnale di allarme e invece leggo che non abbiamo voluto salvare quelle vite: questa è una follia, ma siamo impazziti?», sostiene in un colloquio con Il Fatto quotidiano. Che non ci fosse allarme, per Mantovano, «lo dimostra anche il fatto che l’aereo di Frontex non ha continuato a seguire quella barca, dopo averla segnalata». (Un portavoce di Frontex ha però dichiarato all'Ansa che il loro velivolo è dovuto rientrare alla base per mancanza di carburante, dopo avere informato come sempre le autorità italiane dell'avvistamento ndr).
Ma alle polemiche “romane” se ne aggiunge una che parte da Crotone, con il primo cittadino Vincenzo Voce che invita Giorgia Meloni, «da madre», a recarsi nel luogo del naufragio, «essendo mancato il governo». La premier esclude che sia andata così, e l’idea di portare a Cutro l’intero esecutivo riunendo lì uno dei prossimi Consigli dei ministri, spiega, è solo «per dare un segnale di concretezza».
Ma nessuna assenza del governo: «Ci è andato il ministro Piantedosi, siamo stati presenti da subito dopo di che è andato anche il presidente della Repubblica che rappresenta tutte le istituzioni a meno che qualcuno non ritenga che sia in competizione rispetto al governo». La presidente del Consiglio blinda anche il ministro dell’Interno, sotto accusa soprattutto per le dichiarazioni rese a caldo circa le responsabilità della tragedia: «Piantedosi? Le opposizioni ogni giorno chiedono le dimissioni di un ministro diverso, non fa più molto notizia», taglia corto.
La linea del governo non muta: «Fermare la vergognosa e cinica tratta degli scafisti». Il provvedimento che limita l’operatività delle Ong, si dice certa, con questa tragedia non c’entra: «La rotta non era coperta dalle organizzazioni non governative. Noi - rivendica - lavoriamo per fermare i flussi illegali, per impedire che la gente muoia». Per cui, insiste, «è assurdo incolpare l’esecutivo» e denuncia chi attacca «esagerando per colpire l’avversario». Ora, «il modo migliore per onorare quelle vittime è impedire che accada ancora».
Il punto, per Meloni, resta sempre lo stesso: «Vanno fermate le partenze illegali». Proposito che però si scontra con le drammaticità del contesto geopolitico. Ma mentre «continuiamo a lavorare per fermare i flussi di immigrazione illegale, noi abbiamo continuato a salvare tutte le persone che potevamo salvare», rivendica la presidente del Consiglio, che si dice «ancora più determinata» a fare di tutto per affrontare e risolvere il problema dell’immigrazione. Lo considera anche «il modo per onorare la morte di persone innocenti». Va in questo senso la lettera inviata all’Unione Europea, e la prossima riunione del Consiglio Ue, il 23 e 24 marzo, che sarà dedicata all’argomento perché «l’Italia non può essere lasciata sola».