Piccolo caso per Giuseppe Conte, il "premier politico" proposto al Colle dal leader M5S Luigi Di Maio per il nascente governo giallo-verde. Il professore ordinario di diritto privato a Firenze e avvocato cassazionista vanta un lungo curriculum: borsista del Cnr, perfezionamento dei suoi studi giuridici tra Yale University, Duquesne University International Kultur Institut (Vienna), Sorbona e Cambridge. Tra le sue esperienze ufficiali però si cita anche che dal «2008 al 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori ad un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi». Su questo punto ha indagato il corrispondente dall'Italia del New York Times, Jason Horowitz. Il risultato? Michelle Tsai, portavoce dell'ateneo americano, ha riferito che «una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà», aggiungendo che è possibile che Conte abbia seguito qualche programma di due giorni - dunque non per «periodi non inferiori ad un mese» nell'arco di quattro anni - per i quali la scuola non tiene registri.
Immediata la precisazione del Movimento 5 stelle: «Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella Università. Quindi la stampa internazionale e quella italiana si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato! Conte, come ogni studioso, ha soggiornato all'estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico». L'agenzia Adn-Kronos afferma inoltre di essere in possesso di e-mail, risalenti ad agosto 2014, tra Conte e il civilista Mark Geistfeld della New York University Schhol of law, grazie a questo rapporto inserito nel comitato sceintifico della rivista Giustizia civile. Scambio di email anche tra Conte e il responsabili informatico dell'ateneo, Radu Popa, per l'accesso alla biblioteca e a una postazione di lavoro.
Su Conte Il Manifesto di oggi segnala anche che il suo avvicinamento ai Cinque stelle si sarebbe verificato nel 2013 grazie al caso Stamina. Il controverso metodo di cura del cancro di Davide Vannoni divise la politica. Mentre il governo per decreto ne autorizzava la sperimentazione, il Movimento 5 stelle cavalcava la battaglia. E Giuseppe Conte fu l'avvocato della famiglia di una bambina malata che ottenne dal un tribunale il via libera al proseguimento della cura, non validata scientificamente, convincendo i genitori a spostare la residenza da Firenze a Livorno. Al di là dell'impegno professionale, secondo il quotidiano, Conte sarebbe stato tra i promotori, assieme all'attrice Gina Lollobrigida, di una fondazione che si batteva «per la libertà di cura». Il metodo Stamina poi è stato definitivamente bocciato dalla comunità scientifica e vietato dai tribunali che hanno condannato Vannoni a 22 mesi per associazione a delinquere, attualmente ai domiciliari e ancora indagato.