I controlli ai container - Consorzio La Rada
La segnalazione degli 007 dell’Aise era precisa: sulla portacontainer As Freya, battente bandiera liberiana, proveniente dalla Turchia e diretta a Genova e Marsiglia, è nascosta una cinquantina di migranti. L’allerta del nostro Servizio segreto per la sicurezza esterna è stata presa molto sul serio. Così la nave è stata 'dirottata' nel porto di Salerno (lo stesso in cui lo scorso 13 gennaio, dentro due container imbarcati sulla nave maltese 'Vento di scirocco', erano stati trovati 26 profughi curdi iracheni) dove è stata predisposta fin dalla notte tra lunedì e martedì una vera e propria task force. Oltre 50 persone tra Polizia di frontiera, scientifica e sanitaria, Guardia di Finanza, Capitaneria di porto, Agenzia delle Dogane, Protezione civile, Servizi sociali del Comune, Asl e Croce Rossa per effettuare i tamponi. Presenti anche i mediatori culturali del Consorzio La Rada di Salerno che opera nell’ambito del Progetto Pending, molto preziosi in occasione dello sbarco di quasi un mese fa in particolare per riuscire a comunicare e tranquillizzare i profughi curdi appartenenti alla minoranza religiosa degli Yazidi, una tra le più perseguitate dal Daesh, come ricordato da Papa Francesco nel recente viaggio in Iraq. L’altra volta gli immigrati erano stati scoperti mentre tentavano di fuggire dal porto dopo essere usciti dai container; questa volta invece tutto era pronto per ricevere il nuovo arrivo.
I controlli ai container - Consorzio La Rada
Le operazioni di controllo sono iniziate all’una di notte e sono andate avanti fino alla mattina. Con una grande gru sono stati scaricati 46 container, poi aperti rompendo i sigilli; ma degli immigrati nessuna traccia. Non sono mancati momenti di preoccupazione. Infatti in un primo momento si erano cercati i container che presentavano dei fori praticati per respirare, come avvenuto la volta scorsa. Ma non ce n’era nessuno. Il timore di trovare gli immigrati asfissiati ha spinto allora a un controllo più ampio. Ma, come detto, nei grandi 'scatoloni' metallici c’era solo la merce prevista nei documenti di trasporto, soprattutto pellet e profilati di metallo. Così i 46 container sono stati ricaricati e la nave è potuta ripartire per le destinazioni previste. Fine dell’allerta. Un errore? Una segnalazione sbagliata? Un depistaggio? Quello che è certo è che i nostri Servizi segreti stanno tenendo sotto controllo la rotta da Turchia e Grecia, che dopo i tradizionali approdi in Puglia e Calabria jonica ora sembra aver scelto nuove, più lontane e meno controllate mete. Un’attenzione ai nuovi affari dei trafficanti ma anche alla provenienza degli immigrati, in gran parte iracheni, iraniani, siriani e pakistani. Il timore è che tra loro possano nascondersi personaggi pericolosi, legati al terrorismo. Ma a questa preoccupazioni si aggiungono sicuramente i motivi umanitari: in passato, non in Italia ma in altri Paesi europei, ci sono stati casi di morti asfissiati a decine, in container diventati luoghi di morte e non di speranza di nuova vita. Si spiega anche così il dispositivo messo in campo a Salerno. Non è servito, ma le antenne degli 007 restano accese, perché sicuramente la tratta non sarà abbandonata.