Per risolvere i grandi problemi del mondo “non bastano le
statistiche, i numeri, le teorizzazioni”. Bisogna imparare a “vederli riflessi
nel volto di ogni uomo e di ogni donna che vivono vicini o lontani da noi”.
Addita ed evoca il discorso di papa Francesco alle Nazioni Unite, a New York,
il
cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, per spiegare che cosa
lo ha colpito del padiglione della Santa Sede in Expo, che ha visitato oggi. Un
padiglione dove si è invitati a riflettere “sui grandi problemi dell'uomo e
sulle risposte che la Chiesa dà a queste problemi” - la fame, la guerra, le
ingiustizie, lo sfruttamento ambientale, le migrazioni, i popoli in fuga dalla
povertà, dalle violenze, dalle persecuzioni. Un padiglione che però “non
affronta i problemi in termini teorici, astratti, ma insistendo sulla persona
concreta”. Come ha chiesto di fare papa Francesco “in uno dei passaggi a mio
parere fondamentali del suo discorso all'Onu”. Quello che serve per risolvere
le grandi sfide poste da Expo, ha sottolineato Parolin sempre attingendo
all'intervento del Papa al Palazzo di Vetro, “è la volontà politica per dare
una risposta umana a quei problemi. Che deve incarnarsi in scelte concrete,
pratiche, costanti”.
Prima tappa della visita all'Expo è stato Palazzo Italia,
dove Parolin è stato accolto e accompagnato dal ministro delle Infrastrutture
Graziano Delrio, dal direttore generale e dal segretario generale di Palazzo Italia,
Stefano Gatti e Fabrizio Grillo. Tape successive il padiglione della Santa Sede
e l'edicola di Caritas Internationalis, dove a guidare il porporato sono stati
i vicecommissari del padiglione vaticano, monsignor Pasquale Iacobone e Luciano
Gualzetti. Infine la visita al Padiglione Zero, dove a fare gli onori di casa e
poi a svolgere il ruolo di cicerone è stato il commissario unico di Expo,
Giusepe Sala. “Expo è occasione per affrontare il tema del cibo sia nel suo
aspetto umano, materiale, sia in quello religioso e spirituale”, ha detto
Parolin dialogando con i giornalisti e confermando la soddisfazione per la
partecipazione della Santa Sede al grande evento. “Il cibo può diventare un
momento di comunione e condivisione”, mentre spesso è ancora fattore di guerre
e divisioni. In questa fase storica, “occasioni come Expo possono aiutarci a
riflettere, a capire che l'unica possibilità di vivere insieme umanamente e
felicemente è quella di incontrarci, e di eliminare tutti gli ostacoli che ci
impediscono un incontro vero e sincero”.