mercoledì 30 settembre 2015
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Per risolvere i grandi problemi del mondo “non bastano le statistiche, i numeri, le teorizzazioni”. Bisogna imparare a “vederli riflessi nel volto di ogni uomo e di ogni donna che vivono vicini o lontani da noi”. Addita ed evoca il discorso di papa Francesco alle Nazioni Unite, a New York, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, per spiegare che cosa lo ha colpito del padiglione della Santa Sede in Expo, che ha visitato oggi. Un padiglione dove si è invitati a riflettere “sui grandi problemi dell'uomo e sulle risposte che la Chiesa dà a queste problemi” - la fame, la guerra, le ingiustizie, lo sfruttamento ambientale, le migrazioni, i popoli in fuga dalla povertà, dalle violenze, dalle persecuzioni. Un padiglione che però “non affronta i problemi in termini teorici, astratti, ma insistendo sulla persona concreta”. Come ha chiesto di fare papa Francesco “in uno dei passaggi a mio parere fondamentali del suo discorso all'Onu”. Quello che serve per risolvere le grandi sfide poste da Expo, ha sottolineato Parolin sempre attingendo all'intervento del Papa al Palazzo di Vetro, “è la volontà politica per dare una risposta umana a quei problemi. Che deve incarnarsi in scelte concrete, pratiche, costanti”. Prima tappa della visita all'Expo è stato Palazzo Italia, dove Parolin è stato accolto e accompagnato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, dal direttore generale e dal segretario generale di Palazzo Italia, Stefano Gatti e Fabrizio Grillo. Tape successive il padiglione della Santa Sede e l'edicola di Caritas Internationalis, dove a guidare il porporato sono stati i vicecommissari del padiglione vaticano, monsignor Pasquale Iacobone e Luciano Gualzetti. Infine la visita al Padiglione Zero, dove a fare gli onori di casa e poi a svolgere il ruolo di cicerone è stato il commissario unico di Expo, Giusepe Sala. “Expo è occasione per affrontare il tema del cibo sia nel suo aspetto umano, materiale, sia in quello religioso e spirituale”, ha detto Parolin dialogando con i giornalisti e confermando la soddisfazione per la partecipazione della Santa Sede al grande evento. “Il cibo può diventare un momento di comunione e condivisione”, mentre spesso è ancora fattore di guerre e divisioni. In questa fase storica, “occasioni come Expo possono aiutarci a riflettere, a capire che l'unica possibilità di vivere insieme umanamente e felicemente è quella di incontrarci, e di eliminare tutti gli ostacoli che ci impediscono un incontro vero e sincero”.
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