martedì 5 luglio 2011
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Ci sono tutte le possibilità perché la proposta di legge sul fine vi­ta, sulla quale oggi iniziano le votazioni nell’aula Camera, riesca a concludere in questa settimana il suo iter a Montecitorio ed il relatore, il pi­diellino Domenico Di Virgilio, ci tiene a sottolinearlo. «Sono ottimista, confi­do in ampie convergenze trasversali, perché quello che è all’esame non è un testo ideologico – afferma Di Virgilio – . Pur trattando problemi etici, il testo non ha un’impostazione confessiona­le, ma anzi viene incontro alle attese dei cittadini, fissando tre paletti ben precisi».Quali?Il testo di cui sono relatore afferma in modo molto netto un 'no' all’accani­mento terapeuetico, un 'no' all’euta­nasia, e anche un 'no' all’abbandono terapeutico. Un principio, quest’ulti­mo, messo in evidenza molto chiara­mente. Perché insiste su questo punto?È un principio particolarmente im­portante oggi, perché con il dilagare della cosiddetta “medicina difensiva” aumenta il rischio che i pazienti siano abbandonati, e ciò deve essere evitato in tutti i modi. Qualcuno ritiene che in una materia così delicata come il fine vita sia con­troproducente che il Parlamento fissi delle norme precise... Dopo la vicenda Englaro legiferare è divenuto una necessità per evitare in­tromissioni della magistratura nella funzione propria del Parlamento. In che modo l’articolato considera la funzione dei medici?Devono essere rispettati nella loro pro­fessionalità, per questo le dichiarazio­ni anticipate di trattamento non de­vono essere vincolanti. Il medico non è obbligato ad applicarle, solo in vista del bene del paziente. Quando il bene del paziente può com­portare questa scelta da parte del me­dico?Se nel periodo intercorso tra la reda­zione delle dichiarazioni anticipate di trattamento e l’evento che le dà rilie­vo si è verificata un progresso scienti­fico, tecnologico o farmacologico, il medico deve essere libero di disco­starsi dal contenuti di quelle espres­sioni di volontà, per tener conto di ta­le sviluppo scientifico nell’interesse del bene del paziente. Il medico dunque può non applicare le dichiarazioni an­ticipate di trattamento solo in vista del bene del paziente.Sarà possibile una approvazione tra­sversale?Mi sembra molto importante la con­vergenza di deputati di varie aree po­litiche su questa legge. Sono ottimista. Mi aspetto voti trasversali a favore del­la proposta di legge sul fine vita. Capi­sco il dissenso che ci può essere in al­cuni membri della maggioranza, un dissenso comunque puramente lega­to a questioni di coscienza e che va ri­spettato. Si tratta in ogni modo di po­sizioni molto limitate.
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