Al Meeting si discute di famiglia e fisco col ministro Roberto Gualtieri - Avvenire
La lotta alla denatalità sarà una delle priorità che l’Italia inserirà nel Recovery Fund. L’impegno lo prende, al Meeting, il ministro dell’Economia in persona, Roberto Gualtieri: «Sostenere la genitorialità e la natalità – scandisce – è una misura strutturale. Per la crescita, non solo per la coesione».
Il titolare dell’Economia promette, rivolgendosi a Gigi De Palo, una «riforma fiscale» che dia concretezza e operatività a quella proposta di cui il presidente del Forum delle associazioni familiari «è un promotore instancabile», ossia l’assegno unico per i figli, disegno di legge delega già passato in prima lettura all’unanimità, alla Camera. Ma che ora va riempito di contenuti, e soprattutto finanziato. Si calcola che occorrano fra i 7 e i 10 miliardi per renderlo completamente operativo. «Abbiamo segnato un goal, ma non abbiamo ancora vinto la partita. Quella la vinceremo solo quando i soldi entreranno davvero nelle tasche delle famiglie italiane», avverte De Palo, auto-definendosi, in risposta alla definizione del ministro, uno «stalker sereno».
E, fra gli applausi del pubblico in presenza al Palacongressi di Rimini (al netto delle decine di migliaia che seguono quest’anno via web dalle centinaia di piazze virtuali collegate in tutta Italia), rivendica che si tratta di «un tema che è di tutti, e va quindi sottratto all’agone politico». Perché di mezzo c’è il futuro del Paese: «Quello che non voglio è che mettere al mondo un figlio sia la seconda causa di povertà in Italia».
Intanto, «il sistema pensionistico in pratica è già saltato, il welfare sta crollando, il servizio sanitario rischia di diventare a pagamento. Non a caso l’Europa definisce questo programma “Next generation Ue”», centrando il cuore della questione. «Investire sulla famiglia conviene e costa poco», rivendica De Palo.
Gualtieri, parafrasando il tema del Meeting di quest’anno, ha messo in relazione la «sublime» risposta del Paese, che ha saputo dare in questa fase una «straordinaria prova di solidarietà», con la risposta venuta dall’Unione Europea. De Palo concorda, ma sottolinea che sono state le famiglie a compiere «un capolavoro, prendendosi sulle spalle questa situazione», trasformando i suoi componenti all’occorrenza «in medici, insegnanti, che nel contempo hanno continuato a lavorare. Le famiglie sono la più grande risorsa, il nostro petrolio», conclude.
Una prova straordinaria, concorda Gualtieri, «che ha contribuito a convincere l’Europa a compiere le scelte che ha fatto, mai compiute prima». E che ora vanno onorate, però, con una pianificazione all’altezza delle attese, «senza fare debito cattivo».
Il ministro dell’Economia si dice «al cento per cento d’accordo con Draghi», nel suo intervento introduttivo del Meeting. Prevede una «sorpresa positiva» nei prossimi dati, quelli del terzo trimestre, con un «fortissimo rimbalzo del Pil di cui ci sono tutte le condizioni» e «una chiusura dell’anno non lontano dalle previsioni originali che il governo aveva dato» (si punta, dicono al Tesoro, a una chiusura del 2020 attorno al meno 8%). Ma ora occorre mettere in circolo quel «debito buono» di cui ha parlato proprio l’ex presidente della Bce. «Si tratta di concentrare le risorse sulla famiglia, sulle imprese, sul sostegno al capitale umano. Non faremo debito cattivo».
Guardando, come ha auspicato lo stesso Draghi, innanzitutto ai giovani «puntando a finanziare la ricerca, l’istruzione e l’innovazione». Una sfida per l’Italia, a partire dalla riforma fiscale che è «decisiva e ci sarà», assicura, e potrà autofinanziarsi, a regime, «abbandonando le politiche dei tanti bonus» e con una più seria «lotta all’evasione». Ma una sfida anche per l’Unione, affinché «queste politiche comuni non siano solo “one–off”, ma il primo passo verso una vera Unione politica ed economica». Il governo è pronto alla sfida, assicura Gualtieri: «Abbiamo già raccolto 534 progetti».
Ora serve, per il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, «un nuovo patto sociale, che porti a rivedere anche l’orario di lavoro». Bisogna puntare su «competitività e digitalizzazione», è la strada che indica il "numero due" di Confindustria, Vito Grassi. Per il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, la direzione giusta è quella della «sburocratizzazione» e dell’«investimento su infrastrutture e lavoro». E non le misure assistenziali, «come il reddito di cittadinanza».