In aula alla Camera la bagarre sul decreto Covid non accenna a placarsi. La Lega, come annunciato da Matteo Salvini, continua a votare emendamenti di FdI e di ex M5s che mirano a limitare l'uso del Green pass e l'accesso ai vaccini. Il resto della maggioranza formata da Pd, M5s, FI e Iv rintuzza ma esprime sempre più disagio nei confronti del Carroccio "di lotta e di governo". La polemica più forte sulla proposta degli ex grillini di rendere gratuiti i tamponi tutti gli under 18, appoggiata dalla Lega e fortemente contrastata dal deputato-pediatra dem, Paolo Siani.
Una situazione che ora vanifica anche la mano tesa da Mario Draghi nei giorni scorsi: il premier ha tolto dal tavolo l'ipotesi di mettere la fiducia sul decreto Covid, in cambio il Carroccio ha ritirato i propri emendamenti. Ma il sostegno della Lega alle proposte di modifiche di Meloni lascia la questione inalterata: quale è l'atteggiamento di Salvini verso il Green pass, verso le decisioni imminenti sull'estensione del certificato al lavoro pubblico e privato e verso l'ipotesi dell'obbligo vaccinale.
Perciò Draghi ora chiede un chiarimento ai partiti, Salvini in primis. Un chiarimento propedeutico poi alle decisioni da prendere. La conseguenza è che il Consiglio dei ministri deputato ad "estendere" il Green pass non sarà quello di domani, ma il prossimo in calendario, probabilmente all'inizio della settimana prossima. Prima, appunto, serve un chiarimento.
L'altra conseguenza è che il Consiglio dei ministri fissato per domani avrà una decisione meno controversa da assumere: si stabilità, infatti, che il Green pass sarà obbligatorio per i lavoratori delle mense scolastiche e delle persone addette alla pulizia, al fine di rendere più sicuro l'avvio dell'anno scolastico.
Il tema del lavoro pubblico e del lavoro privato, e del relativo obbligo di Green pass, richiede ora, più che passaggi tecnici, necessari passaggi politici.