mercoledì 6 giugno 2018
Il premier non tranquillizza i mercati. I voti a favore sono stati 350, i contrari 236, gli astenuti 35. I presenti erano 621, i votanti 586 votanti, la maggioranza necessaria era di 294 voti.
Il tabellone con il voto di fiducia (Ansa)

Il tabellone con il voto di fiducia (Ansa)

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Il governo presieduto da Giuseppe Conte ha ottenuto questa sera la fiducia della Camera dopo aver incassato ieri quella del Senato. I deputati a favore sono stati 350, 236 i contrari, 35 gli astenuti. I presenti erano 621, 586 i votanti, la maggioranza necessaria era di 294 voti.

L'Aula della Camera questa mattina ha visto dunque aprirsi la discussione sulla fiducia al governo guidato da Conte, dopo il sì di ieri del Senato (171 sì, 117 noi e 25 astenuti). Il presidente del Consiglio si è seduto ai banchi del governo accanto al vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio; molto spesso assente l'altro vicepremier, il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Fino alle 14 si è svolta la discussione generale. A seguire - con diretta televisiva - è cominciata la replica del presidente del Consiglio.

Nuove politiche economiche

«Questo governo ha l'ardire di poter promuovere delle nuove politiche economiche», ha detto Giuseppe Conte, promuovendo «una crescita sociale e economica, nel rispetto del principio di discesa progressiva del debito». Qualche scintilla sulla questione del conflitto di interessi: Conte ha detto di voler riprendere in mano questa questione «lo faremo al più presto. E i vostri interventi volti a interrompermi dimostrano che ciascuno ha il suo conflitto o pensa di avere il proprio conflitto». Alle proteste dell'Aula ha subito precisato: «Sono stato frainteso, non sto accusando nessuno ma dico che è negli interstizi della società a qualsiasi livello».

La giustizia

Un passaggio sulla giustizia: «In un sistema di giustizia come il nostro, che non sempre offre di sé una grandissima prova, credo sia sbagliato arroccarsi in posizioni» che dividono tra giustizialisti e garantisti. E qui il premier è inciampato: dopo aver lanciato l'allarme sul fatto che il sistema sta diventando «censitario», ha detto di volerlo riformare, tra l'altro, «nel rispetto dei principi costituzionali di presunzione di colpevolezza». Dimenticando il fondamentale «non» contemplato all'art. 27 della Costituzione. Ma la svista è passata inosservata.

L'immigrazione: più equa ripartizione nella Ue

Una battuta anche sull'immigrazione: «Finora la gestione a livello Ue dei flussi migratori si è rilevata fallimentare. Intendiamo promuovere una più equa ripartizione delle responsabilità a livello Ue, non è solo questione economica ma questione che riguarda la cittadinanza europea».

Politica estera: apertura alla Russia

Conte in politica estera si è detto intenzionato ad aprire alla Russia, promuovendo una revisione del sistema delle sanzioni. Gli ha risposto Lia Quartapelle del Pd: «A parole, il Governo continua a ribadire che l'Europa è la nostra casa», ma nei fatti ha proposto di «togliere le sanzioni alla Russia: questa posizione isola l'Italia». Sanzioni decise, ha ricordato, «perché la Russia ha invaso l'Ucraina». Per Conte sono misure che «rischiano di mortificare la società civile russa». «Ma di quale società civile russa stiamo parlando? Le sanzioni oggi - ha replicato Quartapelle - colpiscono 150 oligarchi, alti funzionari russi o della Crimea, guerriglieri e Ministri delle Repubbliche separatiste». Da qui l'invito a pronunciarsi semmai per la liberazione per il capo dell'opposizione Naval'nyj.».

Ma la Nato: le sanzioni restano

Sul tema delle sanzioni del resto la Nato e gli Stati Uniti oggi, alla vigilia del vertice ministeriale dell'Alleanza a Bruxelles nel quale farà il suo esordio la ministra Elisabetta Trenta, hanno ribadito che il dialogo va bene, ma le sanzioni non si toccano. Non ha usato giri di parole il segretario generale Jens Stoltenberg quando ha precisato che sulle misure contro Mosca non si torna indietro, perché le sanzioni "sono importanti" per inviare un "messaggio chiaro su ciò che la Russia ha commesso in Ucraina"

Delrio e Piersanti Mattarella

Durante le dichiarazioni di voto, il capogruppo Pd, Graziano Delrio, ha duramente ricordato a Conte il nome del fratello del Capo dello Stato - "un congiunto", aveva detto il presidente del Consiglio - barbaramente ucciso dalla mafia nel 1980. "Si chiama Piersanti!", ha urlato Delrio. Che poi ha proseguito: "Il vostro programma di governo è pieno di promesse per noi irrealizzabili. Il nostro timore è che diventino incubi per le famiglie e le imprese. Il popolo può anche essere ingannato: bisogna non dare sussidi ma lavoro. Per i miei figli voglio lavoro, non uno stipendio, protezione sociale, non uno stipendio. Il lavoro è senso e significato".

Rispondendo alle osservazioni dei senatori, a mercati già chiusi, Conte, che durante il discorso non hai mai pronunciato la parola "euro", ha poi precisato che l'abbandono della valuta unica non è mai stato in discussione e che l'obiettivo del governo è negoziare con Bruxelles sulle politiche economiche.

Salvini: il primo provvedimento riguarderà il condono fiscale

A margine del voto, Salvini ha ribadito che il nuovo esecutivo non consentirà alcun aumento dell'Iva né delle accise e che il governo lavorerà dalle prime settimane sull'introduzione della cosiddetta flat tax, ma il primo provvedimento che varerà riguarderà il condono fiscale.

Alle 17,45 l'inizio della chiama dell'appello nominale con 46 deputati iscritti a parlare nel dibattito. L'esito finale del voto intorno alle 19.30.

Sale lo spread, caute le Borse europee

L'insediamento del governo e il primo voto di fiducia però non ha rassicurato i mercati. Lo spread infatti è salito: oggi è volato fino a 255 punti base, rispetto ai 236 punti di ieri, riavvicinandosi ai livelli di guardia della scorsa settimana, per poi calare a in serata a quota 238. Pesano evidentemente i timori per il programma economico del governo Conte e per l'avvicinarsi dell'addio della Banca centrale europea al quantitative easing, l'acquisto di titoli di titoli italiani da parte della Banca centrale europea. Il rendimento del decennale italiano è al 2,9%.

Le tensioni sull'Italia hanno reso caute anche le Borse europee, con l'indice d'area che naviga sulla parità. Nel quadro generale hanno tenuto Londra (+0,21%), Parigi (+0,21%) e Francoforte (+0,17%) mentre si è indebolita Madrid (+0,04%), seguendo l'estrema volatilità di Piazza Affari che ha fatto peggio di tutti arrivando a perdere l'1,3% per poi ripiegare e segnare un -1% a 21.584 punti con le banche sotto vendita. Gli operatori economici evidentemente non hanno visto fugare i proprio timori sul nuovo Governo Lega-5 Stelle: i discorso del premier Conte evidentemente non sono serviti a sminare il nervosismo degli investitori. Inevitabile l'aumento del divario tra tra Btp e Bund . «I mercati e lo spread non devono essere il termometro con cui misurare ogni mossa del Governo. Però sicuramente in questa occasione segnalano una preoccupazione condivisa. Conte chiarisca come vuole finanziare il suo libro dei sogni», polemizza il senatore del Pd Gianni Pittella, capogruppo della Commissione Speciale.

Matteo Salvini ha poi ribadito che «smontare la legge Fornero è un impegno sacro. L'impegno è di smontarla pezzetto per pezzetto - ha aggiunto - ripartendo da quota cento ed avendo l'obiettivo di tornare a quota 41 anni di contributi«. Su Putin ha poi detto di non essere «filorusso ma nemmeno filoamericano», ma «con la Russia bisogna avere buoni rapporti commerciali perché è un partner strategico dal punto di vista energetico per le nostre imprese. L'Italia rimane parte di tutte le alleanze di cui già fa parte. Bisogna ripartire - ha aggiunto - da un principio di buona collaborazione».

Il vicepremier ha parlato anche di fisco: «Con la flat tax ci guadagnano tutti». Salvini nega sia una tassa iniqua che favorirebbe i ricchi: «Se uno fattura di più e paga di più è chiaro che risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più e crea lavoro in più», ha aggiunto il ministro. «Non siamo in grado di moltiplicare pani e pesci - ha detto - ma l'assoluta intenzione è che tutti riescano ad avere qualche lira in più in tasca da spendere».
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