sabato 20 aprile 2013
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Signor Presidente,
le esprimiamo di cuore le nostre felicitazioni nel momento in cui lei, avendo dato la sua esemplare disponibilità da molti richiesta,  è stato confermato Capo dello Stato. Nel farle sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della responsabilità che l’incarico conferitole porta con sé, specialmente in quest’ora della storia. Sono, infatti, molteplici gli elementi che sembrano oggi indebolire il riconoscimento del senso della comune appartenenza.
La gente e le famiglie vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una crisi più profonda e generale; essa tocca le radici stesse dell’uomo. È crisi sociale ed è crisi politica, che emerge in contrapposizioni radicali, nella scarsa partecipazione e nella fatica a raggiungere consenso. Tutto ciò fa di questo un tempo di scelte impegnative, che richiedono la consapevolezza e la capacità di cogliere le risorse e le reali opportunità per sviluppare una rapida e incisiva ripresa. Del resto, la misura dell’autentica politica si riconosce nella sua capacità di interpretare la società e di ragionare in termini di sviluppo storico e non all’insegna della contingenza, restituendo priorità alla riflessione pacata, al confronto, alla mediazione alta; nell’affrontare seriamente quanto ha a che fare con la vita quotidiana della nostra gente. La risposta migliore alla stanchezza e alla disillusione passa dal rispetto della democrazia e, quindi, dalla fedeltà ai principi della Costituzione, che ha il suo cardine nella centralità della persona e impegna a garantire a tutti lavoro, speranza e dignità.
L’esperienza cristiana ha sempre avuto una dimensione e una valenza pubblica: i valori del Vangelo, incarnati nella partecipazione attiva di tanti fedeli laici alla vita pubblica, hanno contribuito a costruire una società più umana, oltre che ad arricchire il tessuto della Comunità nazionale, portando frutti di cultura, di carità, di sostegno dei diritti fondamentali della persona. All’uomo, infatti, è diretto il servizio della Chiesa come quello dello Stato, nella piena distinzione e autonomia, nonché nella reciproca e leale collaborazione per il bene dell’intero Paese. Come abbiamo ribadito in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, la coesione politica e istituzionale include un’unità interiore e spirituale che merita di essere perseguita come contributo vitale offerto a tutta la Nazione.
Il nostro cordiale augurio è che, sotto la sua rinnovata Presidenza, il Paese possa crescere nell’autentico progresso, in una stagione di effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo quello di servire il bene comune. Signor Presidente, le siamo vicini con la nostra preghiera, confermando il leale e generoso contributo della Chiesa che vive nell’amata Italia.
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