Giancarlo Siani, giornalista, durante una manifestazione. Fu assassinato dalla camorra a 26 anni per le sue inchieste sui rapporti tra politica e criminalità - Fotogramma
Non lo era sulla carta, ma che fosse un "professionista", Giancarlo Siani, l'ha dimostrato ogni giorno con il suo lavoro. Un giornalista, anzi "giornalista giornalista", come diceva lui, che ha pagato con la vita la sua voglia di voler raccontare.
Il 23 settembre, l'Ordine dei giornalisti della Campania e quello nazionale consegneranno alla sua famiglia il tesserino da professionista alla memoria. Quel tesserino a cui tanto ha ambito in vita, mentre lavorava come corrispondente per la redazione di Castellammare di Stabia del Mattino, sognando di strappare un contratto da praticante che gli avrebbe consentito di sostenere l'esame. Durante la cerimonia, che si terrà al Cinema Modernissimo di Napoli alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico, verrà presentata anche la nuova edizione del libro "Le parole di una vita", che contiene tutti gli scritti di Siani.
Siani venne assassinato il 23 settembre 1985 in un agguato sotto la sua abitazione in via Vincenzo Romaniello a Napoli. Un commando di almeno due uomini gli sparò 10 colpi alla testa mentre era ancora seduto nella sua auto.
Il motivo furono le sue continue denunce ed inchieste sul legame tra autorità locali e criminalità organizzata, in particolare negli appalti pubblici per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto dell'Irpinia del 1980.